E ora rispunta l'idea del cashback: ecco chi la propone

In commissione finanze sono stati presentati due emendamenti presentati da M5S e Italia Viva sull'introduzione del cashback fiscale

E ora rispunta l'idea del cashback: ecco chi la propone

Il cashback torna di moda. In commissione finanze sono stati presentati due emendamenti distinti alla delega fiscale, ma identici presentati da M5S e Italia Viva.

"Volevamo far capire come le due forze politiche, pur nella loro autonomia condividevano lo stesso principio". Così Vita Matinciglio, capogruppo dei Cinquestelle in commissione finanze, spiega a ilGiornale.it il motivo di non presentare un documento comune insieme a Massimo Ungaro, unico deputato di Italia Viva presente nella IV commissione di Montecitorio. In questo caso il cashback non riguarderebbe gli acquisti, ma le detrazione fiscali. Ora, però, come nel provvedimento pensato dal governo Conte-2, si continuerebbe a usare l'App IO per ricevere i rimborsi. Il legame tra pagamento con mezzi tracciabili e agevolazioni fiscali è già in vigore dal 2020 per le spese detraibili al 19%, a eccezione dei medicinali. Ora si tratterebbe di anticipare l'accredito dei bonus rispetto alla dichiarazione dei redditi. Ciò avrebbe "un effetto di emersione dell'economia sommersa e realizzerebbe, al tempo stesso, un principio di equità fiscale", si faceva presente nella bicamerale sull'Anagrafe tributaria nel documento votato lo scorso 12 gennaio. Questo testo prevede“una norma per la costituzione di una base dati centralizzata con finalità antiriciclaggio, nella quale confluiscano i dati di tutti gli atti notarili”. Quesa piattaforma “consentirebbe di superare l’attuale frammentarietà informativa e di individuare con più efficacia le operazioni finalizzate al riciclaggio di proventi illeciti quale, ad esempio, la stipula di un numero anomalo di atti costitutivi da parte di un unico soggetto e presso differenti notai”.

Il cashback, però, è un vero e proprio pallino per il leader del M5S, Giuseppe Conte, che lo scorso ottobre era tornato sul tema, mettendo in fibrillazione la maggioranza con un post sui social dedicato al reddito di cittadinanza, al superbonus e al cashback di cui chiedeva al premier Mario Draghi la riattivazione. Da Mef, come si legge anche sul Sole24 ore, si consiglia prudenza. In entrambi gli emendamento si prevede un avvio parziale, cioè limitato ad alcune voci di spesa, proprio per evitare un boom incontrollato come nel bonus casa. Decisamente contrario anche il centrodestra, come si evince dalle parole pronunciate dl capogruppo in Senato di Fi, Annamaria Bernini, lo scorso giugno."La sospensione del Cashback nel secondo semestre dell'anno è una decisione di buonsenso che farà risparmiare più di mezzo miliardo alle casse dello Stato, e il nostro auspicio è che si tratti di uno stop definitivo, perché si tratta di una misura demagogica i cui costi hanno ampiamente superato i benefici", aveva detto l'esponente forzista approvando la scelta del governo.

Il cashback, proprio come la riforma del catasto, può essere motivo di scontro tra le varie forze politiche. Proprio per evitare un clima teso il governo, giovedì e venerdì scorso, ha avuto una serie di incontri bilaterali, ma le distanze restano e, infatti, si è deciso di rinviare di qualche giorno i voti in commissione, visto che il testo deve approdare in Aula entro il 28 marzo.

Ovviamente, nessuno esclude che vi potranno essere modifiche anche in Senato, visto e considerato che ci sono delle divergenze su come reperire i fondi per il superamento dell'Irap. Altro tema scottante è il riordino delle agevolazioni sul quale, al momento, sono stati indacati nel Ddl delega solo i criteri generali.

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