Eurozona, la ripresa c'è. Ma l'Italia continua ad arrancare

Buona crescita nell’Eurozona secondo le previsioni di Bruxelles. Per l’Italia però le cose non vanno bene, la crescita è molto lenta. Tra le cause l'incertezza politica e del settore bancario

Eurozona, la ripresa c'è. Ma l'Italia continua ad arrancare

Segnali incoraggianti sull'economia europea, purtroppo però l'Italia continua ad arrancare, con una ripresa troppo lenta, dovuta all'incertezza politica e alla crisi del settorio bancario. Nelle previsioni di primavera la Commissione Ue rivede in rialzo la stima di crescita dell'Eurozona per quest'anno, portandola nelle previsioni economiche di primavera all'1,7% rispetto all'1,6% previsto in febbraio. Invariata la stima relativa all'anno prossimo, con il Pil a +1,8%; nel 2016 è dell'1,8%. Per l'Ue la crescita stimata è dell'1,9% sia quest'anno che l'anno venturo, come nel 2016.

In Italia quest’anno il pil crescerà dello 0,9% (0,9% nel 2016), l’anno prossimo dell’1,1%. Le stime governative indicano 1,1% e 1% rispettivamente. Si tratta per il 2017 di una differenza in meno di 0,8 punti percentuali rispetto al tasso di crescita della zona euro (1,7%) e di 0,7% nel 2018 (pil Eurozona 1,8%): è uno scarto nettamente superiore a quello che riguarda la Germania (-0,1% nel 2017 e +0,1% nel 2018), la Francia (-0,3% e -0,1%) e la Spagna (+1,1% e +0,6%).

La disoccupazione nella zona euro continua la sua discesa passando dal 10% del 2016 al 9,4% nel 2017 e al 8,9% nel 2018. Il calo è dovuto all’aumento della domanda interna, alle riforme strutturali e altre politiche pubbliche in alcuni paesi che incoraggiano la creazione di posti di lavoro. Tuttavia, il tasso di disoccupazione rimane ancora alto "in molti paesi", avverte la Commissione. A livello di Unione Europea a 28, il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere dal 8,5% nel 2016 al 8% nel 2017 e al 7,7% nel 2018, il più basso livello da fine 2008.

Le politiche dell’amministrazione Trump, la salute del settore bancario in Europa e i negoziati sulla Brexit sono tra i fattori di rischio per la crescita della zona euro. "L’incertezza che circonda le stime economiche rimane elevata", dice il documento della Commissione. I rischi per l’economia rimangono al "ribasso" anche se sono più bilanciati rispetto alle previsioni d’inverno. I rischi esterni includono la politica economica e commerciale dell’amministrazione di Trump negli Stati Uniti e le più ampie tensioni geopolitiche. Anche l’aggiustamento economico della Cina, la salute del settore bancario in Europa e i prossimi negoziati con il Regno Unito sull’uscita dall’Ue "sono considerati come possibili rischi al ribasso".

"L'Europa sta entrando nel quinto anno consecutivo di crescita - sottolinea il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici - sostenuta da politiche monetarie accomodanti, da una solida fiducia delle imprese e dei consumatori e da un miglioramento del commercio mondiale". "Tra le buone notizie - prosegue - anche il fatto che l'incertezza che ha caratterizzato gli ultimi dodici mesi potrebbe iniziare a cedere, anche se la ripresa della zona euro in termini di posti di lavoro e di investimenti rimane disomogenea. La sfida principale da raccogliere nei mesi e negli anni a venire sarà porre rimedio alle cause di queste disparità". L'Italia è in coda ai Paesi Ue per stime di crescita. Il motivo, secondo Moscovici, è che in Italia "persistono fragilità strutturali che conosciamo". Poi però ha elogiato il nostro ministro dell'Economia. La relazione fra la Commissione europea e il governo italiano "è del tutto positiva", anche se "in una situazione economica che non è semplice" per il Paese.

"Sono in partenza per Bari, in Italia, per il G7, e avrò il piacere di ritrovare un eccellente ministro dell’Economia, che fa tutti gli sforzi perchè l’Italia rispetti i suoi impegni: si chiama Pier Paolo Padoan e abbiamo un rapporto estremamente positivo e costruttivo per affrontare tutti i problemi sul tavolo".

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