Il 47esimo Workshop Ambrosetti che inizia domani a Cernobbio, nel pieno del ritorno all'atlantismo di cui Mario Draghi ha fatto la sua bandiera, ha scelto di sparigliare le carte. L'agenda prevede che ad aprire i lavori sarà Vladimir Putin. Che succede così a Papa Francesco, a cui era stata affidata l'inaugurazione del Forum pandemico del 2020.
Il programma dei lavori, che dureranno fino a domenica, prevede che il primo modulo, dedicato a «le sfide globali del futuro e gli impatti sull'economia» sia introdotto da un messaggio del Presidente russo. Una scelta che - alla luce delle svolte atlantiche ed europeiste avvenute nel periodo pandemico e a maggior ragione nell'ambito di un forum nato per elaborare proposte politiche ed economiche nello stesso solco - sorprende più di uno tra i gli abitué di Villa d'Este. Anche perché, a fronte del massimo esponente dell'esecutivo di Mosca, non fanno da contrappeso membri del governo Biden; mentre da Bruxelles, oltre a Gentiloni, è previsto l'intervento del commissario per l'Energia Kadri Simson.
Il conto poteva essere pareggiato dallo stesso Draghi, invitato per la chiusura dei lavori di sabato, introdotti da un messaggio del Presidente della Repubblica Mattarella e dal dibattito sull'Europa, moderato da Mario Monti. Ma il premier ha dato forfait. Lasciando che molti suoi ministri (da Cingolani a Cartabia, da Gelmini a Giorgetti, da Franco a Orlando) se la vedano tra loro nella discussione politica italiana di domenica.
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