L’aumento vertiginoso dell’inflazione, conseguente all’incremento repentino dei prezzi dei beni di consumo, ha anche conseguenze positive per alcune categorie di persone. A gioire, in particolare, saranno i pensionati, i quali vedranno crescere il loro assegno mensile, soprattutto coloro che usciranno dal mondo del lavoro nel 2023. Già per gli effetti dell’economia dello scorso anno le pensioni sono aumentate dell’1,9%, ma l’impennata maggiore si avrà nel 2022, grazie all’incremento galoppante dell’inflazione.
La crescita degli assegni pensionistici
Erano circa dieci anni che c’era stato un livellamento del costo della vita, il quale aveva di fatto bloccato gli incrementi delle pensioni. Adesso si è invertita la rotta e l’aumento dei prezzi delle materie prime ha fatto schizzare l’inflazione. Non ci sono ancora elementi certi per fare previsioni attendibili ma, se il trend continuerà ad essere questo, gli assegni cresceranno un bel po’. A febbraio, l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,9% su base mensile, indicando un incremento del 5,7% su base annua.
Maggiori vantaggi per chi dovrà andare in pensione
L’inflazione alle stelle, comunque, porterà vantaggi soprattutto a chi in pensione ci deve ancora andare, poiché la rendita da ricevere sarà calcolata tenendo presente anche la rivalutazione del montante contributivo, che avviene annualmente sulla base del tasso di capitalizzazione risultante dalla variazione media quinquennale del Pil.
Con l’incremento di quest’ultimo (+6,6% nel 2021) è in crescita anche il montante contributivo. È ovvio, come riporta Investireoggi.it, che chi andrà in pensione nel 2023, a parità di contributi versati e di età anagrafica, percepirà un assegno più alto rispetto a coloro che ci andranno nel 2022.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.