Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, adesso rompe il silenzio sui mini-bot. Dopo le parole del presidente della Bce, Mario Draghi, che ha definito i mini bot "sono uno strumento illegale, o è nuovo debito", arriva la presa di posizione dell'esponente leghista: "Tutte le soluzioni nuove sono contestate, non dico che siano la Bibbia, ma sono una proposta per accelerare i pagamenti, una delle possibilità, una delle soluzioni: ma la strada maestra è quella della crescita", ha affermato Giorgetti. Dunque dopo le sue parole si riapre il dibattito su questo strumento che potrebbe rappresentare una sorta di "scorciatoia" per abbattere il debito. Salvini non ha ancora accantonato questo scenario: "I minibot non sono moneta, però qua c’è l’emergenza di pagare i debiti della Pubblica amministrazione nei confronti di famiglie e imprenditori. Sono decine di miliardi di euro che già sono debito dello Stato, quindi in che forma restituirli è tutto da valutare e ci stiamo ragionando". L'idea dei minibond però non convince alcuni settori del nostro tessuto economico, come ad esempio Confindustria.
Il presidente Vincenzo Boccia ha affermato: "Noi non possiamo più realizzare debito pubblico", che "dobbiamo invece ridurre" e quindi sui minibot ipotizzati per pagare i fornitori dello Stato "siamo con Mario Draghi perché significa altro debito pubblico. L'unica cosa per cui si può fare più spesa, sostiene, sono "investimenti nella logica degli Eurobond da concordare con gli altri Paesi", aggiunge. Infine parla delle mosse del governo in Europa: "Abbiamo già detto -aggiunge- che lo sforamento del 3% è un errore e la procedura di infrazione non è nell'interesse del Paese".
Altra cosa, ribadisce, "è l'emissione di eurobond per una grande dotazione infrastrutturale transnazionale che va nella direzione dell'interesse dell'Europa e dell'Italia". Insomma il braccio di ferro sui mini-bot è appena iniziato e sarà un punto caldo della trattativa con l'Ue.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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