Dal niente ha costruito un impero da 4 miliardi di euro. Steno Marcegaglia, il "re" dell'acciaio, è morto questa mattina a Milano. A 83 anni lascia l’omonimo gruppo siderurgico fondato nel 1959, del quale era presidente, ai figli Emma e Antonio, oggi entrambi amministratori delegati della società.
Pur avendo risentito negli ultimi anni della crisi il gruppo, che ha il suo quartier generale a Gazoldo degli Ippoliti (in provincia di Mantova), è presente in tutto il mondo con cinquanta stabilimenti, oltre duecento rappresentanze commerciali, cinquantadue unità e 7.500 dipendenti. Un vero e proprio colosso che produce 5.500 chilometri al giorno di manufatti in acciaio inossidabile e al carbonio per oltre 15mila clienti, con un fatturato complessivo di oltre 4 miliardi. Figlio di un emigrante, Steno compie i primi studi a Torino. Quindi, nel dopoguerra, si trasferisce a Mantova e nel 1948 si diploma geometra iniziando a lavorare nell’organizzazione Alleanza Contadini come sindacalista nelle vertenze fondiarie. Poi, non ancora trentenne, proprio a Gazoldo degli Ippoliti inizia la sua attività imprenditoriale sviluppando la produzione del "tondino" da forno elettrico. Poco dopo apre un laboratorio per la produzione di guide per tapparelle, cioì prodotti profilati in acciaio, il materiale che segnerà la storia del gruppo.
L’avvio di Marcegaglia è tutto autofinanziato, per arrivare al 1982 quando costituisce la Tubi Acciaio di Casalmaggiore (in provincia di Cremona), poi la Oto Mills di Boretto (in provincia di Reggio Emilia). L’anno dopo vengono rilevate la Lombarda Tubi nel comasco, la Saom e la Trisider nel vicentino. Poi la Maraldi di Ravenna, la Forlisider di Forlimpopoli e la Salpa in Friuli. Tra altre acquisizioni e nuove società, nel 1989 costituisce la Marcegaglia Deutschland che commercializza i prodotti siderurgici del Nord Europa, quindi la diversificazione del gruppo porta all’acquisizione della Oskar nel bolognese, della nuova Omec, della Np di Lugo di Romagna, della Imat di Fontanafredda (in provincia di Pordenone), della Resco Tubi di Cusago (Milano), della Brollo Profilati di Desio, fino all’area ex Breda a Milano, con una superficie complessiva di 80mila metri quadrati. Nel mezzo alla crescita industriale del gruppo, nell’ottobre 1982 Steno Marcegaglia fu rapito: dopo 51 giorni di prigionia fra Napoli e l’Aspromonte riusc a fuggire, ma fu ripreso dai rapitori e successivamente liberato dalla polizia.
Nel dicembre 2006 il tribunale di Brescia lo ha condannato nell’ambito del processo Italcase-Bagaglino a quattro anni - tre condonati con l’indulto - per bancarotta preferenziale e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, ma nel maggio 2009 fu assolto in secondo grado dalla Corte d’Appello di Brescia, insieme ad altri imprenditori coinvolti nel caso del crack come Roberto Colaninno e Cesare Geronzi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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