Sono bastati pochi giorni dallo scoppio della guerra fra Russia ed Ucraina per portare alle stelle i prezzi delle principali materie prime, cosa che ha inevitabilmente provocato seri danni ad aziende ed imprese già in crisi a causa dell'emergenza legata al Covid.
Secondo l'ufficio studi della Cgia di Mestre, sono tanti i prodotti ed i materiali che hanno subito un'impennata dei prezzi. Fra questi spiccano il nickel (+93,8%), gas (+48%), granoturco (+30,3%), frumento (+29,2%), acciaio (+25,1%) e petrolio (+16,3%). Ma da dove arrivano certe materie prime, e perché sono così importanti nella produzione nostrana? A spiegarcelo sono proprio gli esperti della Cgia.
Materie prime: provenienza ed utilizzo
Nella lista delle materie prime più importanti per il nostro Paese troviamo l'acciaio, arrivato a subire una variazione del prezzo pari a +25,1%. L'acciaio, come è facile intuire, viene utilizzato nell'edilizia, nelle infrastrutture, nell'industria ferroviaria e nella realizzazione di piattaforme e trivelle. L'acciaio è anche alla base della costruzione delle autovetture, delle tubazioni per l'industria chimica e petrolifera, e delle centrali elettriche. A produrre questo materiale sono paesi come Cina, Giappone, India, Usa, Corea del Sud e Russia.
Fondamentale, sia impiegato allo stato puro che nelle leghe, è anche l'alluminio, utile per realizzare le testate di motori, biciclette ed aerei. L'alluminio serve per la realizzazione di linee elettriche, imballaggi, isolanti termici, elettrodomestici e computer. Ancora una volta, fra i principali produttori, figurano Cina e Russia, seguiti da India, Canada, Emirati Arabi e Australia.
Altro materiale indispensabile è il nickel, il cui prezzo ha subito un'impennata del +93,8%. Prodotto da Indonesia, Filippine, Nuova caledonia, Russia e Canada, il nickel viene impiegato nella siderurgia per realizzare l'acciaio inox, ed è indispensabile, ad esempio, per la realizzazione delle batterie delle auto elettriche. Non solo. Questo metallo serve per la realizzazione di molteplici utensili, ed è fondamentale nella preparazione di molte leghe.
Fra i materiali indispensabili ci sono anche piombo (esportato da Cina, Australia, Usa, Perù, Messico e Russia, ed utilizzato nella radiologia, ma anche per la fabbricazione dei tubi per le condutture), rame (impiegato per la realizzazione di leghe, nei conduttori elettrici, nelle tubazioni o come catalizzatore ed estratto da Cile, Cina, Perù, Usa e Congo) e stagno (molto utile a scopo protettivo per diverse superfici, ed estratto da Cina, Indonesia, Myanmar, Perù, Bolivia e Brasile).
Dal punto di vista alimentare, invece, è di grande importanza il frumento, che ha subito una vazione di prezzo di +29,2%. Prodotto da Cina, India, Russia, Usa e Canada, il frumento, una volta trasformato, serve per ottenere la farina, la pasta ed il pane. Stesso discorso per il granoturco, utile per ottenere polenta, olio di mais ed i comuni poc corn, ma anche per produrre mangimi per le galline, i suini e le mucche da latte. I maggiori produttori sono Ucraina, Usa, Cina, Brasile ed Argentina.
Italia a rischio stagflazione
Oltre a condurre un'analisi sulla crescita dei prezzi delle principali materie prime, la Cgia di Mestre mette in guardia l'Italia dal rischio di stagflazione. Col termine stagflazione, si intende una condizione nella quale coesistono nello stesso mercato un aumento generale dei prezzi ed una mancanza di crescita dell'economia in termini reali.
Secondo l'ufficio studi della Cgia di Mestre il rischio non sarebbe immediato, ma un continuo peggioramento della crisi in atto potrebbe presto portare il nostro paese ad una simile situazione. La stagflazione, secondo l'associazione, si manifesta molto di rado, ossia quando ad una stagnazione economica si affianca un'inflazione molto alta che fa impennare il tasso di disoccupazione, tuttavia un quadro economico di tal genere potrebbe verificarsi in Italia.
"Le difficoltà legate alla post-pandemia, gli effetti della guerra in Ucraina, le sanzioni economiche alla Russia, l'aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici rischiano, nel medio periodo, di spingere l'economia verso una crescita pari a zero", avvertono dalla Cgia di Mestre, come riportato dalle principali agenzie di stampa, "con una inflazione che si avvierebbe a sfiorare le due cifre. Uno scenario che potrebbe rendere pressoché inefficaci persino i 235 miliardi di euro di investimenti previsti nei prossimi anni dal Pnrr".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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