L'americana Tesla, da una parte, e la cinese Byd, dall'altra: ecco le due protagoniste del mercato dell'auto che fanno più discutere. La prima, che fa capo a Elon Musk, pur totalizzando 1,79 milioni di auto vendute nel 2024 vede però il numero di immatricolazioni scendere per la prima volta in almeno 9 anni: -1,1% rispetto a 1,81 milioni di unità consegnate nel 2023 (giù il titolo a Wall Street a -6,6% un paio d'ore dalla chiusura). La causa: il rallentamento della domanda complessiva di veicoli elettrici negli Usa e altrove. Non è dunque bastata l'accelerazione nell'ultimo trimestre del 2,3 per cento. A incidere anche l'incendio doloso, seguito da uno sciopero nel grande stabilimento tedesco di Berlin-Brandenburg, e le temporanee chiusure per lavori di aggiornamento degli impianti in Texas e in Cina. La situazione non ha comunque impedito a Tesla di mantenere la prima piazza tra i produttori mondiali di veicoli elettrici (15.650 quelli venduti in Italia, -5,91%) superando di un soffio la rivale cinese Byd, fermatasi a 1,76 milioni per questo tipo di vetture. E sempre la cinese Byd, che in Europa si avvale dell'apporto del senior advisor Alfredo Altavilla, ha visto aumentare notevolmente le vendite nell'anno da poco concluso: oltre 4,272 milioni di veicoli, il 60% con motore ibrido ricaricabile, ovvero +41,3% sul 2023. A ottobre i cinesi avevano superato per la prima volta Tesla in termini di giro d'affari trimestrale.
Una crescita, quella di Byd, che in dicembre ha riguardato per l'88% il mercato nazionale, grazie ai generosi sussidi di Pechino, e che nonostante i dazi riguarda anche l'estero, Italia inclusa (2.886 vendite, di cui 1.700 nell'ultimo trimestre).
Nel nostro Paese, intanto, l'ultimo anno si è chiuso con immatricolazioni in calo dello 0,5% (1.558.704 unità) e un ottobre-dicembre fortemente negativo: -4,9%. Rispetto al pre pandemia il divario è irrecuperabile: -18,7%, «e questo nonostante il Pil abbia già raggiunto e superato il livello del 2019», puntualizza Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor).
Le preferenze degli italiani sulle alimentazioni confermano l'indirizzo verso l'ibrido senza spina: +9,9% a dicembre (quota del 40,7%) e, nell'anno intero, +10,2% e penetrazione del 40,2 per cento. In calo elettriche e ibride ricaricabili (-13,3% e quota del 7,5%) e, guardando alle sole vetture a batteria, -1% e quota nel 2024 pari al 4,2%. Stellantis, da parte sua, è in attesa del sostituto di Carlos Tavares e archivia un 2024 negativo con 454.013 immatricolazioni, sotto del 10,19% sul 2023, e una quota pure in calo, passata al 29,13% dal 32,27% di un anno fa. Tutti in rosso i marchi italiani: -14,59% Alfa Romeo, -17,6% Fiat, -28,32% Lancia e -41,66% Maserati. Nel gruppo si salva solo Citroën che segna +7,21%, mentre Jeep fa -4,21%. Dataforce, nell'analisi mensile, sottolinea come «anche in dicembre Fiat ha continuato l'emorragia delle vendite (-41%), scendendo nell'ultimo mese dell'anno addirittura al quinto posto, e non era mai successo nella storia del mercato italiano. Nel cumulato annuo finale, Fiat è prima con oltre 146mila nuove targhe, ma ne perde 30mila rispetto al 2023».
Oggi, intanto, a poche settimane dalla presentazione del «Piano Italia 2025-2030» di Stellantis, il segretario generale Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, farà il punto sulla produzione italiana complessiva del gruppo nel 2024. I veicoli usciti dalle fabbriche italiane sarebbero abbondantemente sotto quota 500mila, intorno a 430mila unità. Durante la presentazione, da Uliano sono attese anche novità sul fronte degli ammortizzatori sociali da rinnovare e che interessano in tempi brevi almeno 25mila lavoratori. Entro il mese dovrebbero esserci sviluppi da parte del governo.
Conto alla rovescia, in casa Fiat, per il lancio della Grande Panda (subito elettrica, poi ibrida), prodotta però in Serbia. Melfi sarà il primo impianto italiano a dar vita al nuovo corso tricolore del gruppo. Due modelli sono attesi nel primo trimestre: l'elettrica Ds8 e la nuova Jeep Compass.
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