Su Dragon Age: The Veilguard, sono stati scritti fiumi e fiumi di parole. C’è chi lo difende a spada tratta, chi lo boccia sotto ogni punto di vista e chi, pur riconoscendone alcuni pregi, punta il dito contro i difetti più evidenti, in particolare per quanto riguarda la scrittura di dialoghi e personaggi. Un gioco divisivo come non se ne vedeva uno da tempo e tutto il baccano che continua a circondarlo solleva una domanda, fondamentale per valutarne il successo: quante copie ha venduto?
In un’intervista a Eurogamer, la director Corinne Busche si è rifiutata di rivelare i dati ufficiali, nonostante le voci sempre più diffuse di scarso successo commerciale del gioco e il fatto che questa reticenza porterà sicuramente ad un aumento dei sospetti sul fatto che Veilguard non abbia raggiunto i risultati sperati. Secondo diverse fonti, da prendere con le pinze vista la mancanza di informazioni provenienti da Bioware o dall’EA, il quarto capitolo di Dragon Age avrebbe venduto appena un milione di copie tra pc e console, con 30mila resi. Un risultato disastroso, riflesso delle molteplici carenze del gioco e delle valutazioni negative degli utenti.
Busche ha cercato di smorzare le critiche, affermando che anche Dragon Age: Inqusition ha impiegato tempo per raggiungere gli attuali numeri di vendite complessive. In difesa di Veilguard si è schierato anche il direttore creativo della serie John Epler, secondo cui lo studio non avrebbe mai potuto superare le aspettative di fan, che hanno atteso un nuovo capitolo della saga dark fantasy per ben dieci anni. “Qualunque cosa avessimo realizzato, non avrebbe mai eguagliato il Dragon Age 4 che esisteva nell'immaginazione delle persone”, ha affermato.
È innegabile che gli appassionati della serie si aspettassero un prodotto in grado almeno di eguagliare i capitoli precedenti e che in ogni caso una fetta più o meno consistente degli utenti sarebbe rimasta delusa. Questo, però, non toglie il fatto che Veilguard sia stato deludente sotto molti punti di vista: problemi tecnici nel gameplay, una narrazione meno coinvolgente, personaggi piatti e “macchiette”, i cui rapporti mancano completamente di conflitto e sono decorati da un pizzico di positività tossica. Per non parlare, poi, dell’approccio controverso alla lore della serie e dall’introduzione forzata di tematiche woke, che oltre a far storcere il naso di loro, sono state anche trattate all’interno del gioco in modo abbastanza raccapricciante.
Per ora non si può fare altro che attendere e vedere se Veilguard riuscirà a recuperare terreno. Non si può, però, fare a meno di interrogarsi sul futuro di Bioware.
Dopo i flop di Mass Effect: Andromeda e Anthem, il nuovo Dragon Age avrebbe dovuto risollevare lo studio e riportarlo nell’Olimpo dei creatori di Gdr, un picco ora tenuto saldamente da Larian Studios. Più che una rinascita, pare che Veilguard sia l’ultimo chiodo nella bara di marchio che, visto il crollo degli ultimi dieci anni, potrebbe non avere un futuro ancora molto lungo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.