Attenti a questi campanelli d’allarme: possono essere sintomo di tumore al polmone

Sono alcuni e specifici i segnali che possono far pensare all'insorgenza di un tumore al polmone: ecco come riconoscerli, le cure oggi disponibili e come fare una corretta prevenzione

Attenti a questi campanelli d’allarme: possono essere sintomo di tumore al polmone
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La vicenda dell'ex calciatore Bruno Conti che ha scoperto, curato e vinto un tumore al polmone ha riportato d'attualità una tematica molto importante quando si presentano gli esordi di una malattia così grave, la massima attenzione ai primi campanelli d'allarme che richiedono immediate visite specialistiche ed esami per scongiurare o meno la patologia.

Come si riconosce

Se a volte è difficile scoprire un tumore al polmone perché nelle primissime fasi rimane asintomatico, discorso diverso da alcuni segnali rappresentati soprattutto da una tosse continua che può peggiorare nel corso del tempo. Oltre alla tosse compaiono un respiro corto e affannoso, dolore al petto, voce rauca e nei casi più gravi anche la presenza di sangue nel catarro assieme a inappetenza e perdita di peso.

Gli esami da effettuare

Prima si va da uno specialista e meglio è. "L’importante è poter prevenire l'insorgenza del sintomo attraverso uno degli esami, per lo più radiologici (come una Tac spirale), che devono fare i forti fumatori o ex forti fumatori che abbiano smesso di fumare", ha dichiarato al Messaggero il professor Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia Toracica dell'Istituto Europeo di Oncologia (IEO). Con una Tac toracica effettuata almeno una volta ogni anno si può valutare la presenza, o meno, di una lesione anomala ai polmoni. "L’adenocarcinoma polmonare, che è il tipo più diffuso, si comincia a sviluppare un anno e mezzo prima della diagnosi".

Come fare prevenzione

Uno dei principali fattori di rischio per il tumore al polmone è senz'altro il fumo: è vero che il 15% di persone si ammala ugualmente non avendo mai fumato ma le percentuali schizzano verso l'alto nei casi opposti. Il consiglio dell'esperto è di smettere con sigarette e tabacco e fare diagnosi precoci con gli screening. Chi invece ha scelto di fumare quelle elettroniche, poi, non è esente da rischi. "A quanto si conosce oggi il passaggio alla sigaretta elettronica, può creare a lungo andare delle patologie respiratorie che derivano dall'assunzione di questi vapori (a seconda poi da cosa sono prodotti). Sulla dipendenza, il passaggio dalla sigaretta elettronica a quella normale è purtroppo molto alto".

Le cure disponibili

Sono più o meno 40mila i decessi annuali in Italia per questo tipo di tumore che si trova ai primi posti come neoplasia più comune sia per uomini che per donne: oltre alla chirurgia che non sempre riesce a essere risolutiva, si effettuano radioterapia o chemioterapia spesso in combinazione con alcuni farmaci specifici.

Negli ultimi anni ha preso piede anche l'immunoterapia e c'è una grande speranza per un vaccino a Rna messaggero, ancora in fase uno, che potrebbe essere in grado di stimolare l'organismo ad aggredire e uccidere le cellule cancerose.

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