Roma - Ci sono poche cose che ancora uniscono la politica. Tra queste c'è il desiderio di celebrare la "Giornata del Ricordo", dedicato alla tragedia degli italiani giuliano-dalmati vittime delle rappresaglie e delle vendette lungo il confine orientale alla fine e oltre la seconda guerra mondiale. La giornata, però, è stata macchiata da un gesto stupido quanto inutile, avvenuto a Marghera (Venezia), dove alcuni vandali la notte scorsa hanno rimosso una targa commemorativa del monumento dedicato ai Martiri delle foibe. Non è la prima volta che si verifica un episodio simile: l’anno scorso, sempre nella Giornata del Ricordo, ignoti avevano imbrattato con vernice rossa la pietra d’Istria dello stesso monumento, con scritte e simboli d’odio.
La cerimoniaal Quirinale Dopo un saluto del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che ha lamentato "l’oltraggio" dei troppi anni di silenzio sulla tragedia delle foibe e ha ricordato l’importanza di una iniziativa che cade nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, per cui "noi oggi certifichiamo che anche quelle vittime hanno scritto la storia d’Italia avendo avuto l’unica colpa di essere italiani", ha preso la parola lo scrittore Enzo Bettiza, profondo conoscitore della storia travagliata di quell’area colpita dalle tragedie del Novecento. Poi il discorso del Presidente della Repubblica.
Napolitano: coltivare la memoria Il Capo dello Stato spiega che "in ciascun Paese si ha il dovere di coltivare le proprie memorie, di non cancellare le tracce delle sofferenze subite dal proprio popolo" ma "l’essenziale è non restare ostaggi né in Italia né in Slovenia né in Croazia degli eventi laceranti del passato". Insomma, posta fine a ogni residua congiura del silenzio, a ogni forma di rimozione diplomatica o di ingiustificabile dimenticanza possiamo finalmente guardare avanti, costruire e fare progredire una prospettiva di feconda collaborazione sulle diverse sponde dell’Adriatico".
Comune appartenenza europea "Le nuove generazioni slovene, croate, italiane - prosegue Napolitano - si riconoscono in una comune appartenenza europea che arricchisce le rispettive identità nazionali" mentre la presenza di minoranze nazionali nei tre Paesi "rievoca vincoli storici e culturali che si snodano attraverso secoli e costituisce una ricchezza comune di cui fare tesoro", in un quadro di fondo che "è dunque una nuova comunità di valori tra i tre Paesi". "Siamo ormai -ha sottolineato il presidente della Repubblica- o stiamo per diventare tutti cittadini europei. Possiamo perciò guardare al passato come sono riusciti a fare tanti altri Stati dell’Unione e dell’alleanza atlantica dopo essersi combattuti aspramente e con devastazioni profonde e reciproche".
Schifani: capitolo doloroso "Anche quest’anno - dichiara il presidente del Senato Renato Schifani - la data del 10 febbraio ci riporta alla memoria uno dei capitoli più dolorosi della storia d’Italia: il massacro di migliaia di italiani trucidati nelle foibe e il dramma smisurato e silenzioso di centinaia di migliaia di nostri connazionali, profughi istriani, fiumani e dalmati. Gli uni perirono vittime dell’odio etnico, gli altri, dopo secoli nei quali la presenza italiana aveva contribuito a forgiare la cultura e il volto della sponda orientale dell’Adriatico, furono costretti a lasciare la loro terra, la terra dei loro padri, verso un destino ignoto in una madre patria che non sempre ha compreso appieno la loro sofferenza".
Alemanno e la casa della memoria "Ci siamo impegnati a realizzare la casa della memoria nella zona dell’Eur", ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno confermando l’intenzione di portare a termine questo progetto. Un impegno che acquista un significato particolare nel giorno del ricordo dei martiri delle Foibe e degli esuli della popolazione giuliano-dalmata. "Nei prossimi giorni - ha aggiunto - individueremo la sede così finalmente si potrà dare un luogo della memoria a queste popolazioni. È un atto di arricchimento per tutta la città di Roma e per tutta la comunità nazionale".
Chiti: custodire e rinnovare la memoria "Il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è giusto e doveroso". È quanto afferma il vice presidente del Senato Vannino Chiti. "Si tratta di custodire e rinnovare la memoria di quella tragedia e di rispettare, senza mai dimenticarle, le vittime di un crimine contro l’umanità - prosegue Chiti -. Solo rielaborando ciò che accadde è possibile costruire una memoria che onori ogni persona. Dobbiamo, al di là di ogni schieramento e posizione politica, proteggere e difendere i valori che tutti ci accomunano: uguaglianza, libertà, democrazia e solidarietà, solo così impediremo che orrori del genere possano ripetersi e saremo capaci di costruire veri ponti".
Granata: noi ricordiamo "Il ricordo della tragedia delle foibe e dei nostri connazionali massacrati dai partigiani comunisti,rappresenta un tassello di Memoria fondamentale lungo il difficile percorso di ricostruzione della nostra Italia", ha detto Fabio Granata (Fli).
Renzi su Facebook: il dovere della memoria "Oggi a Firenze è una giornata particolare dedicata al ricordo. Il ricordo dei martiri delle foibe, come in tutta Italia. E il ricordo di un sindaco, Lando Conti, ucciso 25 anni fa dalle Brigate Rosse. Perché una comunità degna di questo nome ha il dovere della memoria, sempre". Lo afferma, sul suo profilo Facebook, il sindaco di Firenze Matteo Renzi.
L'Idv: costruire futuro di pace "L’Italia dei Valori - afferma in una nota il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando - ricorda con commozione tutte le vittime delle Foibe. La memoria deve essere sempre viva affinchè simili orrori non si ripetano mai più. Bisogna insegnare alle giovani generazioni la cultura del ricordo e aiutarle a non dimenticare la pagine più buie della nostra storia perché è il modo migliore per costruire un futuro di pace. In questo senso, le forze politiche e le istituzioni devono fare attenzione a non alimentare la cultura del diverso, troppo spesso causa di violenze e rigurgiti razzisti, ma investire sul principio della tolleranza".
Rossi (Pd) puntualizza In una giornata così importante non poteva mancare la polemica. Arriva dalla Toscana. "Ricordare le foibe e la tragedia dell’esodo degli italiani - dice il presidente della Toscana, Enrico Rossi - non significa mettere in discussione i valori della Resistenza. Ricordare le foibe - ha aggiunto - significa aiutare i giovani nella costruzione di una coscienza più aperta al dialogo e che rifugga l’uso della violenza, le discriminazioni, l’intolleranza e ancor peggio le pulizie etniche".
Storace: no a morti di serie A e B Con un video d’epoca e un editoriale, Francesco Storace segretario nazionale de La Destra dal suo blog ricorda le vittime delle foibe.
"Migliaia di nostri connazionali furono perseguitati dai partigiani slavi e gettati, il più delle volte ancora in vita l’uno legato all’altro: uomini, donne, anziani e bambini, rei solo di essere italiani, in quelle cavità naturali caratteristiche del paesaggio carsico chiamate foibe. Un eccidio - aggiunge il segretario de La Destra - una vera e propria strage perpetrata dall’odio comunista e vergognosamente occultato, per oltre mezzo secolo, dall’intera classe politica italiana".
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