Francia, prova di maturità Spifferano tutto in rete Ora rischiano la galera 

Tre giovani rischiano di finire in prigione, in attesa del processo, per aver pubblicato in anticipo sul web un esercizio della prova di matematica di maturità

Francia, prova di maturità 
Spifferano tutto in rete 
Ora rischiano la galera 

Parigi - Hanno pubblicato sul web in anticipo un esercizio della prova di matematica della maturità. Ora, tre giovani studenti francesi, rischiano di finire in prigione. La procura di Parigi ha infatti chiesto la detenzione preventiva per i tre, un liceale e due ex studenti, tutti maggiorenni, accusati di frode in concorso pubblico, violazione del segreto professionale, abuso, furto e ricettazione. Interrogati dagli inquirenti nei giorni scorsi, i tre hanno finito per ammettere le loro responsabilità: uno ha fotografato il testo e lo ha inviato per Mms al secondo, che lo ha a sua volta passato al terzo, studente di informatica, che lo ha messo online su un blog. "È stata solo una bravata da giovinastri finita male", spiega una fonte vicina alle indagini, secondo cui i ragazzi "non si erano resi conto delle conseguenze" e sembrerebbero ora "un po' sopraffatti dagli eventi".

La procura si è però dimostrata inflessibile, ed ha presentato al giudice una richiesta che ha sorpreso e fatto discutere per la sua durezza. "È completamente sproporzionata rispetto alla situazione", ha subito commentato l’avvocato di uno dei sospettati, secondo cui si tratta di "un pegno all’opinione pubblica" dopo il malcontento per la decisione del ministro dell’Istruzione, Luc Chatel, di annullare l’esercizio e basare la valutazione della prova solo sugli altri tre. Continuano intanto le indagini per determinare come e dove il primo degli accusati sia riuscito a visionare in anticipo il testo della prova.

La pista al momento più accreditata, secondo quanto riporta il quotidiano Le Parisien, sarebbe quella di una fuga di notizie avvenuta in una copisteria della banlieue parigina, incaricata di fotocopiare i compiti per le scuole.

Un addetto avrebbe fatto entrare lo studente, che conosceva, e gli avrebbe permesso di dare un’occhiata in anteprima agli esercizi e fotografarne uno con il suo cellulare. Gli inquirenti stanno ora cercando di identificare questa quarta persona, che, nelle parole del procuratore aggiunto Jean Quintard, "ha commesso il reato più grave".

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