Gaza, la Nato: liberare subito i pacifisti Condanna dell'Onu, Israele: "Ipocrita"

Dopo l'attacco israeliano alla flottiglia di pacifisti per Gaza, l'Onu si è riunito a New York per oltre 12 ore e ha chiesto un'inchiesta e il rilascio degli attivisti e delle loro imbarcazioni (video). Arrestati 480 pacifisti della ong turca: sei sono italiani. E Ankara guida l'attacco mondiale a Israele. Così un'operazione giusta rischia la sconfitta politica

Gaza, la Nato: liberare subito i pacifisti 
Condanna dell'Onu, Israele: "Ipocrita"

New York - "Liberare immediatamente gli attivisti arrestati". Il Consiglio di sicurezza dell'Onu, riunito a New York per oltre 12 ore per esaminare l'attacco israeliano alla flottiglia di pacifisti per Gaza, ha chiesto un'inchiesta e il rilascio dei 480 attivisti e delle loro imbarcazioni. Ma la Difesa israeliana fa sapere: "Siamo pronti a fermare altre navi, la decisione dell'Onu è ipocrita e frettolosa". Immediata la reazione del primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha denunciato: "Il massacro sulla nave turca è un colpo alla pace mondiale". Poi, nel pomeriggio, anche il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha chiesto a Israele di liberare immediatamente i civili e le navi coinvolte nell’assalto di ieri.

Frizioni tra Usa e Turchia Secondo fonti diplomatiche i rallentamenti sono dovuti a un disaccordo tra la Turchia, che ha redatto la bozza della risoluzione, e gli Stati Uniti che si sono rifiutati di inserire nel testo una forte condanna di Israele. Nel corso del suo intervento, il vice ambasciatore Usa alle Nazioni Unite Alejandro Wolff ha dichiarato che gli aiuti trasportati dalla flottiglia avrebbero dovuto ricevere l'ok dai meccanismi internazionali istituiti in virtù dell'embargo israeliano a Gaza. "Questi meccanismi non provocatori dovrebbero essere quelli utilizzati per fornire aiuti a Gaza", ha detto Wolff secondo quanto riportato dalla Cnn. "La consegna diretta via mare non è né appropriata né responsabile, ma soprattutto non efficace, vista la situazione".

Ankara: "Non smetteremo di inviare aiuti" "Chiediamo la liberazione di tutti i volontari che si trovano incarcerati in Israele. Dobbiamo considerare che sono stati attaccati dei civili, tra cui ci sono giornalisti e anche un bambino", ha affermato il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, intervenendo in parlamento ad Ankara. "Non smetteremo di inviare aiuti a Gaza", ha quindi assicurato il premier nel suo intervento. Parlando ai deputati turchi, il premier ha sottolineato come "l’attacco sia avvenuto nelle acque internazionali e per questo possiamo definirlo senza problemi un atto di terrorismo internazionale". Erdogan ha definito "menzogne" le giustificazioni dell’attacco presentate dal governo israeliano, che a suo dire "non può guardare in faccia il mondo, se non chiede scusa per quanto fatto". Parlando a proposito dell’atteggiamento della comunità internazionale rispetto al conflitto arabo-israeliano, ha concluso il suo discorso affermando: "Se il mondo resta fermo davanti a quanto commesso da Israele, noi non chiuderemo i nostri occhi. Non ignoreremo la Palestina e non smetteremo di inviare aiuti a Gaza".

Israele: "Non faremo passare altri attivisti" Il ministero della Difesa israeliano ha dichiarato che sarà impedito l'ingresso a Gaza a qualsiasi nuova nave di aiuti. La dichiarazione è venuta dal vice ministro della Difesa Matan Vilnai secondo il quale Israele impedirà a qualsiasi altra nave umanitaria internazionale di entrare nelle acque antistanti alla Striscia di Gaza. Israele ha poi definito "ipocrita" la condanna dell’Onu. Per il portavoce del ministero degli Esteri, Yigal Palmor, la dichiarazione è stata "precipitosa e non ha lasciato un tempo i riflessione eptr considerare tutti i fatti". Per il portavoce israeliano si è trattato di "un riflesso condizionato basato unicamente su certe immagini televisive e su una certa dose di ipocrisia, non sulla conoscenza dei fatti". Palmor ha anche spiegato che finora è stato difficile dare un nome ai nove morti nel blitz israeliano sulle navi perchè gli altri attivisti si rifiutano di identificarli.

Nato: "Liberare i detenuti" La richiesta è arrivata dopo la riunione straordinaria dell’Alleanza tenutasi oggi pomeriggio per discutere su quanto accaduto ieri al largo delle coste di Gaza, con il blitz israeliano che ha portato alla morte di nove civili. "C’è stato un ampio scambio di vedute tra gli alleati su tutti gli aspetti di questo tragico evento", si legge nella nota in cui Rasmussen esprime il suo "profondo rammarico per la perdita di vite umane e gli altri fatti seguiti all’uso della forza durante l’incidente che ha coinvolto la flottiglia che navigava verso Gaza". "Condanno gli atti che hanno portato ha questa tragedia - afferma il segretario generale della Nato - e aggiungo la mia voce ai richiami dell’Onu e della Ue per un’indagine immediata, imparziale, credibile e trasparente sull’incidente". Rasmussen avanza quindi una richiesta urgente, quella di "liberare immediatamente i detenuti civili e le navi sequestrate da Israele".

Santa Sede: "Occupazione ingiusta" "L’occupazione israeliana è un’ingiustizia politica imposta ai palestinesi", ha ribadito il Vaticano nell’Instrumentum laboris, il documento di base del prossimo Sinodo dei vescovi sul Medio Oriente, che il Papa presenterà ufficialmente domenica 6 giugno a Cipro e di cui l’Ansa è in grado di anticipare alcuni stralci. Il testo, 40 pagine, frutto di un lavoro collettivo di questi ultimi mesi, affronta la difficile situazione dei cristiani nella regione, stretti tra "un estremismo islamico" che minaccia tutti, compresi i musulmani, e i conflitti regionali, con l’irrisolta questione palestinese sullo sfondo.

Gli attivisti arrestati Sono 480 gli attivisti della flottiglia internazionale arrestati dagli israeliani dopo il blitz di ieri contro la spedizione umanitaria internazionale, mentre altri 48 stanno per essere espulsi. Le 480 persone arrestate sono raggruppate nella prigione di Ashdod, nel sud d'Israele, mentre gli altri 48 sono stati condotti all'aeroporto internazionale di Ben Gurion per essere espulsi verso i loro paesi d'origine. Altri 45 attivisti, per la maggior parte di origine turca, sono stati ricoverati in diverse strutture. In ospedale anche sei soldati israeliani, secondo i media locali.

Sono sei gli italiani: oltre ai quattro italiani già menzionati ieri difatti vi sono fra gli arrestati due cittadini con doppia nazionalità, un italo tedesco e un italo palestinese. I sei saranno oggi visitati in carcere da un funzionario dell’ambasciata italiana a Tel Aviv.

Gli italiani stanno bene I pacifisti italiani fermati nelle acque di fronte a Gaza non sono prigionieri, ha spiegato il ministro degli Esteri, Franco Frattini. "I nostri connazionali non hanno voluto andar via da Israele e hanno chiesto un processo e un’identificazione. Non abbiamo chiesto a Israele di lasciarli andar via, ma senza l’identificazione questo è difficile", ha detto Frattini al TG3. "Comunque", ha aggiunto, "credo che nelle prossime ore si concluderanno queste procedure. Io avrei voluto molto che i nostri connazionali avessero deciso di andarsene subito, ma non hanno voluto. Noi li abbiamo trovati in buone condizioni, la donna è molto provata, ma non abbiamo rilevato nessun problema".
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