Roma - Ieri la protesta simbolica con l’occupazione dei rettorati un po’ in tutta Italia. Oggi il sit-in davanti al Senato dove è in discussione il disegno di legge di riforma dell’Università. Ministro Gelmini che fa ci ripensa?
«No, mai. Bisogna guardare al futuro nell’interesse dei ragazzi. Per avere finalmente un’Università moderna si impone un cambiamento. E poi sono convinta che la maggioranza degli studenti sia dalla nostra parte».
Si riferisce al risultato delle elezioni del Consiglio Universitario Nazionale dove si profila una netta vittoria degli studenti di centrodestra?
«Certamente. Quel risultato rafforza la nostra volontà di proseguire per la strada che abbiamo scelto che è quella dell’abolizione dei privilegi. La vittoria alle elezioni dimostra che la maggioranza dei ragazzi non si lascia strumentalizzare».
Chi strumentalizza la protesta?
«Tutti quelli che hanno interesse a mantenere lo status quo. E anche una sinistra che non offre soluzioni ma protesta a prescindere».
I risultati delle elezioni rappresentano quindi una bocciatura per chi protesta contro il cambiamento?
«I ragazzi che studiano e che vogliono un’Università che funziona hanno dato la loro risposta chiara: l’area di centrodestra ottiene la maggioranza nel Cnsu».
I ricercatori sono i più preoccupati e minacciano di astenersi dall’attività didattica il prossimo anno.
«Eppure questa riforma si propone proprio di aprire le porte ai più giovani. Si abbassa l’età per entrare in ruolo, da 36 a 30 anni. Non esisteranno più i ricercatori a vita e dunque finalmente aboliremo quello che era una sorta di precariato senza fine. Introduciamo un sistema di contratti a tempo determinato, 3 anni più 3 al massimo. Se l’Ateneo ritiene valido il ricercatore al termine dei 6 anni si viene assunti. Se invece il rapporto si interrompe il ricercatore avrà comunque maturato titoli utili per i concorsi pubblici».
Gli atenei protestano anche per i tagli, soprattutto per la riduzione del Fondo di finanziamento ordinario.
«Dobbiamo chiudere l’era degli interventi a pioggia. Chiediamo maggiore trasparenza nei bilanci degli Atenei e soprattutto tagliamo gli sprechi. Prima realizziamo le riforme prima potremo ottenere risparmi da reinvestire nell’Università».
Quali sono i punti chiave del ddl in discussione al Senato?
«La riduzione dei corsi di laurea inutili ad esempio con la riorganizzazione amministrativa degli atenei. E soprattutto l’introduzione della valutazione. I finanziamenti saranno legati ai risultati: alla qualità della ricerca e all’impegno nella didattica. Basta con i finanziamenti a pioggia».
Il Pd e tutta l’opposizione appaiono decisi ad alzare le barricate contro il ddl di riforma.
«Noi comunque faremo comesempre dei tentativi di dialogo.
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