Da giugno c'è stato un attacco diretto o ispirato dallo Stato Islamico ogni 84 ore in zone che non sono quelle considerate "di guerra", in Iraq, Siria, Libia e nel Sinai, in Egitto. È la media che è stata formulata da IntelCenter, gruppo che analizza i fenomeni terroristici, citata dalla Cnn. Oltre metà di questi attacchi sono stati condotti non in grandi città ed in luoghi "non tradizionalmente considerati sotto la minaccia terroristica", precisa ancora IntelCenter.
Il gruppo che ha preso in considerazione una finestra di tempo di appena due mesi, che parte proprio da giugno, ha spiegato che si tratta di attacchi letali, che appaiono avvenire in modo casuale e con il ricorso a mezzi facilmente accessibili e poco controllabili.
Prendendo in esame gli ultimi attacchi, in particolare quelli avvenuti in Germania e Francia, analisti di Flashpoint Partners, indicano che appare aumentata la capacità di "coordinamento tra potenziali lupi solitari o piccole cellule non ufficiali con i media jihadisti".
"Un modo per garantire che il loro messaggio sia diffuso e provare la loro fedeltà all'Is senza necessariamente unirsi alle sue fila", aggiungono gli
esperti di intelligence citati dalla Cnn, ricordando come il principale messaggio della propaganda dell'Isis nell'ultimo anno sia stato: "Non venite in Siria, uccidete i miscredenti in patria".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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