"Confronto in Parlamento". Il piano del governo per la nuova legge sull'informazione. Soddisfazione della Fieg

Via libera della maggioranza con una dichiarazione firmata da Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi, ad aprire un dialogo sulla crisi del sistema dell'informazione

"Confronto in Parlamento". Il piano del governo per la nuova legge sull'informazione. Soddisfazione della Fieg
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Soddisfazione da parte del Presidente della Federazione Italiana Editori di Giornali, Andrea Riffeser Monti, per la decisione della maggioranza di governo, di avviare in parlamento il confronto per definire una nuova legge sul sistema dell’informazione che tenga conto delle profonde trasformazioni e degli stravolgimenti intervenuti nel settore.

La crisi dell'informazione

Tanti sono i problemi che affliggono il mondo dell'informazione a cominciare dal venir meno del Fondo Straordinario per l’editoria e l'aggravarsi della crisi dell'informazione quotidiana e periodica, che minaccia la centralità e l’importanza delle redazioni dei giornali, sempre presenti sul territorio, fonte primaria di notizie per tutto il settore, e la possibilità di produrre, con foliazioni adeguate e lo spazio necessario, informazione di qualità per i cittadini lettori, sia sulla carta stampata, sia online.

Andrea Riffeser Monti ha poi confermato la massima disponibilità della Federazione a collaborare con le Istituzioni auspicando tempi rapidi per la conclusione dei lavori.

La risposta della maggioranza di governo

Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi con una dichiarazione, hanno espresso il loro parere positivo, sulla disponibilità del Governo di aprire un dialogo fruttivo e profondo sul mondo dell'informazione:

"L’evoluzione del mondo dell’informazione impone una impegnativa sfida a tutte le istituzioni politiche. L’irrompere dei giganti del web, la crescita di potenti piattaforme spesso connesse ai colossi della rete, il saccheggio digitale che investe il mondo dell’editoria e dell’audiovisivo, il dilagare delle cosiddette fake news e molto altro ancora richiedono un nuovo assetto normativo. In molti casi con regole di respiro internazionale.

Come è avvenuto con le direttive del diritto d’autore emanate dall’Unione Europea e recepite dall’Italia. Analogo percorso dovrà essere affrontato per il Media Freedom Act, approvato dal Parlamento europeo, che entro il 2025 andrà recepito. In Italia poi la Corte Costituzionale ha indicato nel tempo, con varie sentenze e ordinanze, il ruolo del servizio pubblico televisivo e la fondamentale funzione del Parlamento.

Il Parlamento è ovviamente la sede del confronto e delle decisioni. Pronti al dibattito in ogni altra sede, a partire da iniziative promosse da organi istituzionali.

In attesa di regole che tengano conto, per il sistema nel suo complesso e per il servizio pubblico, delle previsioni che dovranno entrare in vigore entro il 2025, riteniamo che debbano essere applicate le norme vigenti senza indugi, a tutela delle prerogative del Parlamento, del pluralismo e della funzionalità del servizio pubblico".

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