Tre divisioni di fanteria, parà e brigate corazzate: scatta l'offensiva israeliana nel sud del Libano

Mobilitate tre divisioni di fanteria, commando paracadutisti e brigate corazzate. Tutte unità veterane del conflitto col Libano. L'obiettivo è assicurarsi una "zona cuscinetto" ma nel mirino c'è Beirut

Soldati israeliani - Idf (X)
Soldati israeliani - Idf (X)
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L'operazione "Northern Arrows" è iniziata. Le Forze di Difesa israeliane (Idf) hanno ufficializzato l'inizio di un'operazione di terra nel Libano meridionale mobilitando tre divisioni di fanteria e una brigata corazzata. I raid di terra "limitati, localizzati e mirati" basati su informazioni di intelligence precise puntano a eliminare le infrastrutture di Hezbollah tutte localizzate in villaggi in prossimità del confine con Israele. Per l'Aman, l'intelligence militare dello Stato Ebraico, rappresentano "una minaccia immediata per le comunità israeliane nel nord di Israele".

Dopo i blitz condotti da piccole unità delle forze speciali - riconducibili alle diverse unità Sayeret dell'Idf e al Shayetet 13 della Marina israeliana - nelle prime ore della sera le "operazioni terrestre limitate" sono state supportate da raid aerei e fuoco di artiglieria semovente, i M-109 Doher, schierati lungo il confine. Poi stata la volta dei tank Merkava e delle unità di fanteria. I piani di battaglia dell'operazione nome in codice Northern Arrows erano sulla scrivania dei vertici militari da giorni, per questo l'operazione era stata annunciata come imminente dal Comando Settentrionale sotto il controllo del maggiore generale Ori Gordin che aveva mobilitato tre divisioni di fanteria, la 98esima di commando paracadutisti, 36esima e 91esima divisione combinata di fanteria, tutte unità veterane dell'ultimo conflitto con il Libano, e alla 188a brigata corazzata. Anche 7a brigata corazzata e la brigata di fanteria Golani, che fanno tutte parte della 36a divisione delle Idf, si sono "addestrate e preparate" per quella che fino a pochi giorni fa veniva annunciata come una "possibile invasione" del Libano. Obiettivo primario: eliminare Hezbollah già duramente colpito a livello di comando e controllo per stabilire una fascia "cuscinetto" e consentire il ritorno dei residenti nelle comunità nel nord di Israele attualmente sfollati.

"L'eliminazione di Nasrallah è un passo importante, ma non è quello definitivo. Per garantire il ritorno delle comunità settentrionali di Israele, impiegheremo tutte le nostre capacità" aveva dichiarato il ministro della Difesa israeliana Yoav Gallant in visita alle unità che avrebbero preso parte all'azione in Libano. L'incontro tra Gallant e le truppe scelte convogliate nel settore nord segnalava l'inizio imminente di un'operazione terrestre che potrebbe essere "graduale", come valse per l'invasione della Striscia di Gaza nell'operazione "Sword of Irons", lanciata lo scorso ottobre come reazione agli attacchi lanciati da Hamas il 7 ottobre. L'obiettivo fallito di liberare gli ostaggi è stato gradualmente sostituito dalla ferma volontà di eliminare Hamas dai territori palestinesi di Gaza.

Hezbollah, fedele alleato di Hamas, ha iniziato i suoi attacchi contro Israele l'8 ottobre scorso e da allora ha lanciato "più di 8.000 razzi contro i territori a nord di Israele.

Il gruppo, sostenuto dall'Iran, può contare su una forza di terra ben addestrata e sui missili balistici forniti da Teheran per contrastare le operazioni terrestri di Israele e per colpire il obiettivi militari e civili in territorio israeliano come ritorsione.

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