Attacco all'Iran, parla Netanyahu: "Inferto un duro colpo all'asse del male"

Benjamin Netanyahu ha aspettato la sera per parlare al Paese dopo il raid con il quale è stato ucciso il leader di Hamas

Attacco all'Iran, parla Netanyahu: "Inferto un duro colpo all'asse del male"
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Le prime parole di Benjamin Netanyahu dopo l'attacco di Israele in Iran che ha permesso di uccidere il leader di Hamas, Ismail Hamiyeh, sono state affidate a una conferenza alla nazione in serata, molte ore dopo l'evento e dopo che tutti i leader del mondo islamico hanno mosso le proprie minacce allo Stato ebraico. "Negli ultimi giorni abbiamo inferto colpi devastanti a tutti i nostri nemici", ha dichiarato il premier israeliano, rivendicato gli attacchi in Libano e in Iran: "Non rimarremo in silenzio sulle sofferenze degli abitanti del nord". Questo è stato anche il weekend dell'attacco di Hezbollah a Majdal Shams, dove sono stati uccisi 11 bambini drusi che giocavano su un campo di calcio.

Fin dal 7 ottobre, Netanyahu ha dichiarato che non avrebbe interrotto le ostilità fino a che anche l'ultimo esponente di Hamas non sarebbe stato eliminato. E l'attacco in Iran per uccidere Hamiyeh lo dimostra: "Continueremo la caccia ai leader di Hamas". Il premier israeliano ha ribadito che risponderanno "in modo aggressivo a qualsiasi azione contro di noi, da qualsiasi area". Israele, ha aggiunto, "sta combattendo l'asse del male iraniano" in quella che è una "guerra per l'esistenza" dello Stato ebraico. "Ci aspettano giornate molto difficili, siamo pronti a tutti scenari", ha spiegato il premier agli israeliani, sicuramente preoccupati per le minacce piovute dagli Stati confinanti, già sul piede di guerra. "Siamo determinati contro gli attacchi a Israele, contro chiunque sarà contro di noi: faremo pagare un prezzo molto alto", ha aggiunto Netanyahu, rientrato prima dal viaggio negli Usa a seguito dell'attacco a Majdal Shams.

Gli obiettivi di questa guerra, ha spiegato il premier israeliano, "sono riportare a casa tutti i nostri ostaggi e distruggere tutte le capacità di Hamas per assicurarci che Hamas non sia più una minaccia per Israele". La necessità, ha aggiunto, "è far tornare nelle loro case coloro che vivono nel nord di Israele". Quindi, Netanyahu ha voluto fare una precisazione: "Non ci siamo arresi, abbiamo esercitato pressione internamente ed esternamente.

Non è stato facile. Ho dovuto respingere molta pressione, ma abbiamo raggiunto tutti questi risultati perché i nostri soldati stanno combattendo come dei leoni e sono determinati a vincere".

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