Piloti Nato (in pensione) per gli F-16 di Kiev: l'ultima ipotesi per aiutare Zelensky

L'idea sul tavolo sembrerebbe essere quella di offrire agli ucraini piloti in pensione volontari della Nato che potrebbero aiutare Kiev con i moderni F-16

Piloti Nato (in pensione) per gli F-16 di Kiev: l'ultima ipotesi per aiutare Zelensky
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Lo ha incontrato nella cornice da cartolina del lago di Como, nell'ambito della prima giornata del Forum di Cernobbio. Il senatore repubblicano Lindsey Graham, uno che nelle ultime settimane è più volte finito sui giornali per dichiarazioni scoppiettanti, ha avuto un meeting a porte chiuse con Volodymyr Zelensky in quel di Villa d'Este. Al termine del faccia a faccia, al quale hanno partecipato anche il senatore democratico Ben Cardin e lo speaker rep del Congresso Mike Johnson, Graham ha spiegato di essere rimasto colpito dal presidente ucraino, descrivendolo “frustrato per la questione delle armi”. Le richieste del capo di Kiev, del resto, continuano a essere le stesse da giorni: vuole più armi da parte degli alleati occidentali, le vorrebbe più velocemente e senza le restrizioni imposte sull'uso contro il territorio russo. Al momento, tuttavia, Zelensky si è scontrato con un muro di gomma. All'orizzonte potrebbe però sbloccarsi qualcosa in merito ai piloti degli F-16.

La "frustrazione" di Zelensky

L'episodio è stato raccontato dal quotidiano Repubblica, secondo cui il bilaterale con Graham era considerato da Zelensky uno degli appuntamenti più importanti della prima giornata di Cernobbio. I due hanno parlato di temi rilevanti, quali l'andamento della guerra, i missili a lungo raggio tanto ambiti dall'Ucraina e il possibile utilizzo di piloti in pensione (volontari) della Nato per guidare gli F-16 consegnati a Kiev.

Dopo l'operazione nel Kursk, per Zelensky sta diventando centrale una strategia di difesa non limitata alla mera protezione di militari, civili e infrastrutture ucraine ma che preveda anche la possibilità di colpire il nemico in profondità. Il leader di Kiev continua ad etichettare come “sbagliata” la politica dei partner che nega all'Ucraina questa chanche. "Abbiamo bisogno di questa capacità a lungo raggio non solo sul territorio occupato dell'Ucraina, ma anche su quello della Russia, in modo che quest'ultima sia incentivata a impegnarsi per la pace”, ha affermato Zelensky che ha di recente sottolineato questa necessità al presidente francese, Emmanuel Macron, sentito telefonicamente.

L'Ucraina si avvantaggerebbe delle eventuali revoche sulle restrizioni sull'utilizzo delle armi per colpire in territorio russo "solo i campi militari, non abbiamo altre idee sull'utilizzo di queste armi", ha dichiarato Zelensky da Cernobbio, aggiungendo che le forze di Kiev "non hanno mai attaccato infrastrutture civili". "Quando si parla del fatto che l'Italia o altri, non ha importanza, abbiano paura del fatto che potremmo attaccare il Cremlino - è un peccato non si possa fare perché queste armi a lungo raggio non possono raggiungere le distanze che vorremmo - la questione è veramente seria e grave: ogni mese 4mila bombe colpiscono dalla Russia il territorio ucraino e non abbiamo una soluzione per risolvere questo problema", ha aggiunto Zelensky nel suo intervento al Forum Ambrosetti.

L'ipotesi per i piloti degli F-16

Per quanto riguarda i piloti degli F-16, l'idea sul tavolo sembrerebbe essere quella di offrire agli ucraini piloti in pensione volontari della Nato. Un po' come quanto accadde nel 1941 nella guerra combattuta tra la Repubblica di Cina e il Giappone con le Tigri Volanti, e cioè il primo Gruppo aereo americano volontario inviato da Washington, su iniziativa dell'allora presidente Roosevelt per aiutare il generae cinese Chiang Kai-shek.

Noi stiamo fornendo gli F-16 all’Ucraina e ci sono già volontari stranieri che combattono sul terreno. Perché quindi non prevedere volontari che combattono in aria, come fece il gruppo delle Flying Tigers del 1941? I piloti in pensione non devono essere per forza americani, possono essere italiani o degli altri Paesi Nato che hanno a disposizione quel tipo di apparecchio”, ha dichiarato a Repubblica Graham, promettendo di parlare dell'intera faccenda con Joe Biden una volta rientrato negli Usa.

Sembra però di capire che Zelensky abbia chiesto all'emissario Usa più flessibilità nell'uso di armi e la possibilità di lanciare i missili a lungo raggio in territorio russo (con l’impegno di non colpire mai oltre i 300 chilometri

dal confine e di usarli solamente su infrastrutture militari), e un aiuto pratico per governare gli F-16 consegnati dall’Occidente e mai pilotati prima dagli ucraini. Vedremo quali saranno le risposte dei partner di Kiev.

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