
Emergono nuovi dettagli sulla vicenda dei cittadini cinesi schierati da Mosca per combattere in Ucraina. Diversi annunci di reclutamento sono stati pubblicati su Weibo, principale piattaforma social della Repubblica popolare, e sono stati visualizzati centinaia di migliaia di volte.
“Sei un uomo, sii un uomo”, si legge in questi post, con sottotitoli in cinese e in russo che descrivono premi dal valore compreso tra l’equivalente di 7mila e 21mila dollari, più stipendi mensili di 2.400 dollari. Sono corredati da immagini di uomini che lasciano il posto di lavoro per raggiungere il fronte e combattere al fianco dell’armata del Cremlino. Vi è la possibilità che i due cittadini di Pechino catturati dalle forze di Kiev abbiano deciso di partire dopo aver visto annunci simili.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha accusato Mosca di aver promosso una “campagna sistematica” di reclutamento in Cina. A suo dire, sarebbero almeno 150 i soldati reclutati da Putin nei territori del gigante asiatico. Radio Europa Libera ha inoltre affermato che, nel database delle vittime della guerra da parte russa, vi sarebbe anche un cinese. Infine, il giornalista Chai Jing ha pubblicato il mese scorso su YouTube un’intervista a un cittadino della Repubblica popolare impegnato a combattere al fianco degli uomini del Cremlino.
Il soldato ha dichiarato di essere arrivato in Russia alla fine del 2023 con un visto turistico e di essere stato inserito in un “gruppo d’assalto” dislocato nell’est dell’Ucraina. Ha denunciato problemi di comunicazione e di razzismo, già emersi per quanto riguarda i rinforzi arrivati dall’altro alleato di Vladimir Putin, la Corea del Nord.
Sembrerebbero prove evidenti del coinvolgimento sempre più diretto della Cina nel conflitto scatenato nel febbraio del 2022, ma le autorità della Federazione continua a negare.
“Posso dire che questa è una totale falsità, per usare un eufemismo”, ha detto all’agenzia Tass il vice capo del ministero degli Esteri russo Andre Rudenko. “La Cina assume una posizione molto ponderata, equilibrata e verificata sulla risoluzione in Ucraina e siamo grati ai nostri amici per questo”.
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