Dopo turbolente settimane di transizione, impiegate a tessere le nuove relazioni internazionali del Paese, la Siria fa tabula rasa delle istituzioni del regime di Assad. Le nuove autorità hanno annunciato formalmente la nuova fase: sospesa la Costituzione, dissolti il Parlamento, l'esercito del regime, il partito Baath, e tutti i gruppi armati che dovrebbero ora confluire nell'esercito siriano, deponendo le armi. Il leader dei sedicenti "ribelli" al-Jolani (Ahmed al-Sharaa) ricoprirà, invece, il ruolo di presidente ad interim. Inoltre, è stato incaricato di formare un consiglio legislativo transitorio.
Il nuovo leader forte della Siria ha scelto di cominciare dal recente passato per fare i conti con le macerie del regime: al-Saharaa ha chiesto a Mosca l'estradizione dell'ex presidente Bashar al-Assad fuggito nei giorni concitati del rovesciamento del regime. La notizia arriva oggi dalla Reuters da una fonte siriana a conoscenza dei colloqui tra l'ex capo delle milizie Jihadiste e una delegazione russa. Incontri avvenuti ieri a Damasco per la prima volta dalla caduta di Assad. La nuova leadership in Siria chiede alla Russia di "affrontare gli errori del passato" nel corso dei colloqui con la delegazione guidata dal vice ministro degli Esteri e inviato speciale del Cremlino per il Medio Oriente e l'Africa Mikhail Bogdanov, con anche l'inviato del Cremlino per la Siria, Aleksandr Lavrentyev. "La nuova amministrazione ha sottolineato che ripristinare le relazioni significa affrontare gli errori del passato, rispettare la volontà dei siriani e servire i loro interessi", si legge in un comunicato diffuso dalla leadership siriana. Nei colloqui di oggi si è discussa anche "la giustizia per le vittime della guerra brutale perpetrata dal regime di Assad".
Un'ulteriore annosa questione sarà affrontare il rimpatrio dei siriani all'estero: una garanzia che la nuova leadership si riserva per poter poi procedere verso una nuova fase elettorale, quando la transizione sarà terminata. Uno dei Paesi che ospita la maggior parte dei rifugiati è la vicina Turchia: dal 9 dicembre, 81.576 cittadini siriani rifugiati in Turchia sono rientrati nel loro Paese di origine. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno turco, Ali Yerlikaya, citando i dati del periodo che va dal giorno della caduta del regime di Bashar al-Assad ad oggi. Dal 2017, sono in tutto 821.579 i rifugiati che sono rientrati in Siria, ha aggiunto Yerlikaya citato da HaberTurk, mentre attualmente i siriani che vivono in Turchia sotto protezione temporanea sono poco più di 2 milioni e 865mila persone. Dall'8 dicembre almeno 210 mila rifugiati stanno tornando in Siria e circa 600 mila sfollati interni sono rientrati nelle loro case, ha affermato Filippo Grandi, l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, parlando ai media vaticani.
In questa nuova fase il controllo del territorio sarà fondamentale. Al-Jolani, che ha ormai rinunciato al suo nome di battaglia, dovrà affrontare colossi come Israele per far riguadagnare a Damasco il consenso nell'area: Damasco ha chiesto il ritiro di Israele dai territori siriani occupati dopo la caduta di Assad. Durante un incontro con il capo delle forze di peacekeeping dell'Onu, Jean-Pierre Lacroix, le autorità siriane "hanno sottolineato che la Siria è disposta a collaborare pienamente con le Nazioni Unite" e a schierarsi nuovamente sul Golan "in conformità con l'accordo del 1974, a condizione che le forze israeliane si ritirino immediatamente".
L'8 dicembre, nell'immediatezza della caduta di Assad, Israele inviò truppe nella zona cuscinetto demilitarizzata sulle alture del Golan, nella Siria sudoccidentale, ai margini della parte dell'altopiano occupata da Israele dalla guerra del 1967 e annessa nel 1981.
Le forze del regime deposto avevano improvvisamente abbandonato le loro posizioni, ancor prima che i gruppi ribelli arrivassero a Damasco l'8 dicembre. L'ONU ritiene che l'acquisizione della zona cuscinetto da parte di Israele sia una "violazione" dell'accordo di disimpegno del 1974.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.