In Ucraina si potrebbe presto assistere a un capovolgimento del fronte. Secondo gli analisti dell’Institute for the Study of War (Isw), l’esercito di Kiev è pronto a passare all’attacco contro l’armata di Vladimir Putin. Gli esperti del think tank americano hanno sottolineato che il cambiamento della situazione sul terreno è stato reso evidente dall’ultimo raid dei droni ucraini che, il 20 giugno, hanno colpito vari depositi di petrolio nel territorio della Federazione, oltre a stazioni radar e centri d’intelligence a Bryansk e in Crimea.
Secondo gli analisti dell’Isw, questi successi di Kiev avrebbero costretto l’armata di Mosca ad adottare una postura difensiva, almeno per quanto riguarda le retrovie. Intanto, sempre “in casa”, la Russia ha sofferto una serie di attacchi hacker che hanno colpito la piattaforma di messaggistica Telegram e le principali reti di telefonia mobile. Molti cittadini russi hanno inoltre dichiarato di aver avuto problemi nell’effettuare i pagamenti presso le loro banche principali. Il cyber-assalto è stato rivendicato dal gruppo Army of Ukraine, un’associazione di volontari. La situazione della Federazione, che negli ultimi mesi ha tenuto solidamente l’iniziativa sul campo di battaglia, si sta facendo dunque più precaria e il Cremlino si sta trovando anche ad affrontare una rinnovata unità tra i Paesi che sostengono Kiev.
L’Isw ha anche sottolineato che “se l'Occidente mobiliterà le sue risorse contro il Cremlino, Putin perderà la guerra”. Secondo gli analisti del think tank, gli alleati dell’Ucraina hanno compiuto diverse mosse cruciali volte a sviluppare una strategia comune e a delineare l’esito del conflitto. In particolare, durante la conferenza di pace che si è svolta in Svizzera a metà giugno, oltre 80 esponenti occidentali e internazionali hanno assunto una posizione ferma a sostegno della sovranità e dell'integrità territoriale del Paese invaso come fondamento per una pace duratura.
A seguito di questi sviluppi, la strategia di Vladimir Putin sarebbe cambiata e ora punterebbe a “confondere le idee” di Stati Uniti, Nato e Unione europea in modo da spingerli a ritirare il proprio sostegno a Kiev. Secondo l’Isw, il presidente russo avrebbe più volte minacciato di utilizzare armi nucleari in modo da minare la visione strategica coesa della comunità internazionale. Per gli esperti si tratterebbe di un bluff, visto che l’effettivo uso di un ordigno atomico sarebbe controproducente per la Russia. Sempre all’obiettivo di dividere il fronte alleato sarebbe da attribuire la timida apertura del Cremlino che, tramite il portavoce Dmitri Peskov, ha fatto sapere di essere pronto “a dialogare con Washington”, ma solamente se si dovesse trattare di “un dialogo che sia globale e che comprenda anche i temi della partecipazione degli Usa nel conflitto ucraino”.
Da parte loro, gli Stati Uniti hanno risposto annunciando la sospensione della consegna di batterie e missili intercettori Patriot agli alleati che li avevano chiesti da tempo, in modo da dare tutto ciò che hanno all’Ucraina.
Il pentagono, inoltre, ha affermato che “Kiev può utilizzare le armi fornite dagli Stati Uniti per colpire le forze russe che stanno sparando contro le proprie truppe ovunque oltre il confine con la Russia e non solo nel territorio russo vicino al confine di Kharkiv”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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