Un’altra nave militare russa è stata colpita dall’Ucraina nel Mar Nero. Secondo quanto reso noto dall’intelligence di Kiev in una nota, nella notte tra lunedì e martedì l'unità speciale dei servizi del ministero della Difesa Gruppo 13 ha preso di mira il pattugliatore russo “Sergei Kotov”. L’attacco è stato condotto con dei droni marini Magura V5 e la nave ha riportato danni alla poppa e ai fianchi. Varato nel 2021, il pattugliatore affondato valeva 65 milioni di dollari.
L’operazione è stata condotta dall’intelligence ucraina in collaborazione con la Direzione principale del ministero della Difesa (Gur). La corvetta russa era già stata colpita da due droni di Kiev lo scorso settembre ed era stata utilizzata nell’attacco all’Isola dei Serpenti il 24 febbraio del 2022, ossia il primo giorno dell’invasione su vasta scala ordinata da Vladimir Putin. L’altra nave utilizzata nell’assalto, l’incrociatore Moskva, è stata affondata due anni fa. Per il momento il Cremlino non ha commentato la notizia, ma si tratta certamente di un duro colpo.
Russian warship "Sergey Kotov" sinks to the bottom of the Black Sea after a successful Ukrainian attack!
— WarTranslated (Dmitri) (@wartranslated) March 5, 2024
On the night of March 4-5, 2024, the special unit of the GUR of the Ministry of Defense of Ukraine "Group 13" attacked the patrol ship of the Black Sea Fleet of the Russian… pic.twitter.com/AJ2EePUleb
L’attacco alla Sergei Kotov è avvenuto a circa due settimane di distanza da un altro assalto firmato dall’intelligence ucraina contro la flotta di Mosca nel Mar Nero. Lo scorso 14 febbraio, Kiev ha distrutto una nave russa che si trovava al largo delle coste della Crimea. La Caesar Kunikov è stata attaccata con alcuni droni nei pressi della città di Alupka, circa cinquanta chilometri a est di Sebastopoli: nell’assalto è stato danneggiato il fianco sinistro dell’imbarcazione, che ha iniziato ad affondare.
E ancora, a inizio febbraio le forze ucraine hanno distrutto la corvetta missilistica Ivanovets mentre si trovava nel lago Donuzlava, sempre in Crimea. Sempre lo stesso modus operandi: un affondo con droni marittimi. Una volta colpita la poppa, è colata a picco. Se gli attacchi via terra stanno mettendo in seria difficoltà l’esercito di Volodymyr Zelensky – emblematiche le difficoltà registrate al confine nord-orientale dell'Ucraina – le acque rappresentano il punto debole di Mosca.
Secondo quanto reso noto, dall’inizio della guerra è stato distrutto o seriamente danneggiato un terzo dei mezzi navali schierati dalla Russia.
Numeri impressionanti, che testimoniano le criticità nella gestione della battaglia in mare. Da qui la decisione di ritirare le forze navali dalla parte nord-occidentale del mare che bagna le coste ucraine. Seguiranno aggiornamenti: nonostante le difficoltà, Kiev continua a resistere (e a fare male).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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