I nazisti dell'Illinois, resi famosi da una scena esilarante di The Blues Brothers, esistevano davvero ed erano anche piuttosto pericolosi. Non si può dire che negli anni Trenta-Quaranta ci sia stata una cospirazione fascista in grado di prendere il potere negli Stati Uniti. Però il nazismo aveva i suoi seguaci e non erano neanche pochi. Fa luce su questo mondo il saggio Prequel. Quando l'America rischiò di diventare fascista (Neri Pozza, pagg. 444, euro 24) di Rachel Maddow. Prequel sottintende che anche oggi ci sia un rischio fascista in America. Francamente non ci pare, a meno che non si vogliano considerare «fascisti» i milioni di elettori di Trump. Superato l'ostacolo del titolo, il libro è molto interessante. Sfilano persone famose, come Henry Ford, antisemita con i fiocchi, e Charles Lindbergh, isolazionista e anti-interventista. Ma anche e soprattutto una pletora di predicatori fondamentalisti, generali in pensione, propagandisti foraggiati dalla Germania, suprematisti bianchi seguaci delle SS. L'antisemitismo è il collante e anche il principale argomento propagandistico. L'ebreo è comunista. Ogni americano ha il dovere di contrastarlo. Semplice e patriottico. I cittadini però non sono pecoroni e non abboccano. La discriminazione è contraria allo spirito e alla lettera della Costituzione. Gli americani lo sanno. E sono proprio i cittadini comuni a raccogliere le informazioni decisive per liquidare i nazisti dell'Illinois e non solo quelli. L'Fbi arriva tardi e male. Edgar J. Hoover aveva la fissazione dei comunisti e indagava solo su quelli. Poi si accorge che sono scomparse un po' troppe armi dagli arsenali e che ci stanno giocando gli estremisti di destra. Il governo nazista diffondeva negli Stai Uniti l'idea che fosse folle per gli americani morire per gli europei, in fondo Adolf Hitler voleva solo estirpare i comunisti, cioè gli ebrei. Per fortuna, gli Stati Uniti avevano robusti anticorpi.
Tra gli altri saggi dedicati al nazismo, si segnala Prigionieri del castello (Neri Pozza, pagg. 426, euro 24). L'autore, Ben Macintyre, racconta la storia di Colditz, il castello in Sassonia che fu per quattro anni, durante la guerra, un campo di prigionia per ufficiali alleati di alto rango. La prigione aveva un grande fossato ma soprattutto era isolata e lontana dal fronte.
Eppure ci furono decine di tentativi di fuga, pochi coronati da successo. Ci fu chi si nascose tra la folla di ritorno da una partita di calcio, chi fece otto giorni in sella alla bicicletta rubata, chi scappò cucito all'interno di un materasso marcescente.
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