Un anno di governo Meloni: gli obiettivi centrati e le sfide da realizzare

Calmierazione delle bollette, Pnrr, piano Mattei, ma anche rinnovamento del fisco, aumento delle pensioni minime, interventi su lavoro, giustizia e rete infrastrutturale: il presente e il futuro dell'esecutivo a 365 giorni dalla vittoria delle elezioni

Un anno di governo Meloni: gli obiettivi centrati e le sfide da realizzare

Il 25 settembre 2022 il centrodestra guidato da Giorgia Meloni vinse nettamente le elezioni politiche. Il 43,8% complessivo preso dalla coalizione mise fine a undici anni di governi tecnici e raffazzonati costituiti da un assembramento di forze parlamentari che, nella sostanza, non era espressione diretta dei cittadini italiani. Un anno esatto fa, invece, i numeri che uscirono dalle urne determinarono una maggioranza assoluta schiacciante, sia alla Camera dei Deputati sia al Senato della Repubblica, come non si vedeva dall'ultimo esecutivo presieduto da Silvio Berlusconi dal 2008 al 2011. Numeri che permisero al governo Meloni di insediarsi in tempi rapidissimi: il 22 ottobre il giuramento dei ministri davanti a Sergio Mattarella e il passaggio della campanella con Mario Draghi. A dodici mesi di distanza da quel trionfo indiscusso si può tracciare un primo bilancio provvisorio: che cosa è stato messo in atto da Palazzo Chigi da quando dall'avvio di questa XIX legislatura? E quali strade ci sono ancora da percorrere nei prossimi quattro anni di mandato?

Le riforme economiche

Partiamo dall'ambito economico. È importante ricordare come, nelle primissime settimane da quando è entrato in carica, il governo ha dovuto immediatamente varare la legge di bilancio a tempi di record: un evento praticamente mai verificatosi prima, tenendo conto che si è votato a inizio autunno scorso con un timing anomalo. Il centrodestra ci ha lavorato per poco più di un mese partendo dalla Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza – ovvero dall'ossatura programmatica - scritta da Draghi. Promossa da Commissione Europea, Quirinale e Ragioneria dello Stato, il risultato è stato una manovra "pulita", modellata soprattutto sui tagli del caro energia, evitando così lo spetto dell'esercizio provvisorio. Il sostegno alla famiglia e alla natalità - con l'aumento dell'assegno unico universale, la riduzione dell'aliquota IVA al 5% sui prodotti di prima infanzia e sui prodotti di igiene intima femminile - è stato un altro punto fondamentale della prima legge di stabilità.

Più in generale, in questo primo anno di governo sono stati molteplici gli indicatori positivi economici: per esempio, nel primo trimestre del 2023, l’Italia è cresciuta più di Germania e Francia e più della media dell’Eurozona. Buonissimi anche numeri sulla crescita dell'occupazione, con i dati del tasso di disoccupazione migliori degli ultimi 14 anni. Anche il commercio con l'estero registra, su base annua, aumenti delle esportazioni con il saldo commerciale che, nei primi sei mesi del 2023, è positivo per 18,3 miliardi di euro. Il decreto Lavoro ha poi portato la riduzione del cuneo fiscale del 6% per i lavoratori con un reddito annuo fino a 35 mila euro e del 7% per chi guadagna meno di 25mila euro. Quest'ultima misura dovrà ora diventare strutturale – come indicato dal ministro Giancarlo Giorgetti – anche dopo il 31 dicembre 2023. I primi sette del 2023 sono comunque stati caratterizzati da una crescita dell'1,6% rispetto a luglio del 2022 (+362mila unità). Interessante sarà anche l’attuazione della riforma fiscale, con la quale si passerà da quattro a tre aliquote Irpef.

Tasse e stop al reddito di cittadinanza

L'estate che ci siamo lasciati alle spalle ha lasciato in dote almeno due importantissime novità: l'abolizione del reddito di cittadinanza, con la conseguente sostituzione con politiche attive del lavoro incentrate sulla formazione e riqualificazione professionale, e l'imposizione di una tassazione sugli extraprofitti delle banche generati dalla differenza tra i tassi passivi e i tassi attivi applicati dagli istituti di credito. Proprio su quest'ultimo punto sono state apportate recentemente tre novità rispetto alla prima versione, caldeggiate dal ministro Giorgetti e da Forza Italia. Il pagamento dell'imposta non sarà obbligatorio ma gli istituti potranno destinare "a una riserva non distribuibile un importo pari a due volte e mezza l'imposta"; tale riserva viene computata "tra gli elementi del capitale primario di classe 1", quindi rafforzerà il patrimonio delle banche. Il tetto massimo dell'imposta straordinaria salirà dallo 0,1% a 0,26% "dell'importo complessivo dell'esposizione al rischio su base individuale". Infine l'imposta viene ricalibrata al "40% sull'ammontare del margine di interessi" dell'esercizio 2023 "che eccede per almeno il 10% il medesimo margine" dell'esercizio 2021. In questo caso, tuttavia, è vietato "traslare gli oneri" della tassa "sui costi dei servizi erogati nei confronti di imprese e clienti finali". Per combattere l'alta inflazione, tra l'altro, è stato istituito un fondo da 500 milioni di euro destinato all'acquisto di beni alimentari di prima necessità e pensato per aiutare le famiglie italiane in difficoltà economiche (la "Carta dedicata a te").

I temi della sicurezza

Veniamo ai temi relativi alla sicurezza. L'ergastolo ostativo è stato confermato, nonostante le tante pressioni che giungevano soprattutto in relazione al caso Cospito. L'arresto di oltre mille mafiosi, tra cui il boss Matteo Messina Denaro, è l'emblema della lotta alla criminalità organizzata. L'aumento del numero di uomini e donne nelle forze dell’ordine, con le nuove 2.100 assunzioni, è stato deciso per garantire una maggiore presenza concreta sul territorio; senza dimenticare la lotta alle occupazioni abusive e alle baby gang, con i 30 milioni di euro disposti per un primo intervento di risanamento del territorio di Caivano. Il tutto è collegato alla riforma strutturale della giustizia già incardinata in Parlamento.

I rapporti internazionali della Meloni

Inevitabilmente anche la politica estera ha avuto la sua enorme importanza. Giorgia Meloni si è mossa molto bene, a detta anche dei suoi detrattori più accaniti. La premier non solo ha confermato il pieno appoggio a Unione Europea e Nato, ma anche il forte e convinto sostegno all'Ucraina. Sostenere i Paesi africani, creando partenariati virtuosi e convenienti per tutti, è lo spirito che anima il Piano Mattei, un pilastro fondamentale della strategia del governo per rilanciare il ruolo dell'Italia nel Mediterraneo come hub energetico, per stimolare lo sviluppo e combattere le reti di criminali che favoriscono l'immigrazione illegale. Ecco quindi arrivare all’immigrazione, tema rovente proprio di queste settimane. Il decreto Cutro prevedeva una stretta sulla protezione speciale, che sarà concessa solo per casi eccezionali, nonché una migliore gestione dei flussi regolari e il contemporaneo stop al business dell'immigrazione clandestina; il recentissimo decreto che prevede l'esistenza di almeno un Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) in ogni regione e l'aumento del trattenimento dei migranti entrati illegalmente nel nostro Paese fino a 18 mesi, ovvero il massimo consentito dalla normativa europea.

Sulla gestione dei flussi migratori Giorgia Meloni ha ammesso che non ci sono ricette facili: si tratta di un rebus con troppe variabili da sbrogliare giorno per giorno. "Abbiamo lavorato tantissimo, i risultati non sono quelli che speravamo di vedere. È un problema molto complesso, ma sono certa che ne verremo a capo. Questo tema merita una seconda fase", ha affermato. Un modo per mettere bene in chiaro che l'azione politica non può essere solo immediata, istante per istante, e disegnata sulla democrazia virtuale dei sondaggi e dei like. Per questo la premier chiede di essere valutata dagli elettori alla fine della legislatura e non attimo per attimo in una sorta di plebiscito quotidiano.

A proposito di rapporti con l'Europa, il governo ha ottenuto lo sblocco della terza rata da 18,5 miliardi del Pnrr e ha ricevuto il via libera per le modifiche relative alla quarta. Non viene tuttavia dimenticata l'importanza dell'identità italiana e delle sue produzioni di eccellenza: nel disegno di legge sul Made in Italy sono state introdotte misure per migliorare il sistema sanzionatorio contro la contraffazione e l'Italian Sounding. La cabina di regia per sostenere e difendere la filiera agroalimentare italiana avrà l'obiettivo di assicurare controlli più efficaci a garanzia di cittadini e produttori e di valorizzare le piccole produzioni locali di qualità. Il ddl contro il cibo sintetico chiude il cerchio su questo versante.

Il futuro del governo Meloni

Senza dimenticare né sottovalutare le importantissime riforme dell'autonomia differenziata e della Costituzione - in senso di rafforzamento dei poteri del premier - per potere concretizzare in futuro le varie riforme economiche appena avviate dal governo in maniera strutturale, sarà soprattutto necessario che il Patto di Stabilità diventi più dinamico e flessibile, per liberare il potenziale di ogni nazione in un mercato unico europeo. Inoltre, l'esecutivo dovrà rivendicare ulteriormente il ruolo attivo e chiediamo che anche gli altri stati costruiscano con noi una nuova politica migratoria europea, anche in vista del Piano Mattei di ispirazione meloniana.

Tra aumento delle pensioni minime, interventi su lavoro, giustizia e rete infrastrutturale (basti pensare alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina), il percorso è ancora lungo: ma l'inizio del lavoro di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia è stato tutt'altro che insufficiente.

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