La pronuncia della Corte Costituzionale sull'Autonomia differenziata avrà delle conseguenze pratiche già nelle prossime settimane, riguardanti il parlamento ma anche le attività di iniziativa popolare, come il referendum. "La Corte Costituzionale è intervenuta pesantemente su alcuni settori che sono quelli proprio tipici del referendum. Adesso il parlamento dovrà rivederla, poi la rivedrà la Cassazione", ha spiegato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sul palco del forum della Fondazione Iniziativa Europa, a Stresa, sul Lago Maggiore.
Per questo motivo, ha aggiunto, "a spanne, con prudenza, direi che questa sentenza dovrebbe eliminare almeno per ora la possibilità del referendum". Nordio ha spiegato di aver per ora solo informazioni superficiali sul provvedimento della Corte Costituzionale, che approfondirà nei prossimi giorni, per il quale non sono ancora state rilasciate le motivazioni. Ma per ora, ha aggiunto, la sentenza "è più che equilibrata, che condivido. Dico a spanne perché per dare una interpretazione tecnicamente corretta occorre leggere le motivazioni, che saranno sicuramente articolate e molto lunghe". Detto questo, ha proseguito, "è sicuro che produrrà un avanzamento probabilmente di mesi o forse anche di anni verso una soluzione definitiva, magari referendaria". Il ministro, comunque, ha preferito mantenersi sul vago e non entrare troppo nello specifico in attesa delle motivazioni, che chiariranno le posizioni.
Da parte della Consulta non c'è stata una bocciatura, come hanno sperato fino alla fine le opposizioni, sperando che questo mettesse un punto definitivo alla riforma. Ora dovranno essere apportate le modifiche ma ci sono i margini per lavorarci, anche se ci vorrà del tempo. "L'ennesimo tentativo della sinistra di fermare l'Autonomia è fallito. La Corte Costituzionale da loro sollecitata, ha chiesto alcune modifiche, ma ha confermato che la Legge Calderoli è conforme e non ne stravolge l'impianto generale. Il lavoro che stiamo facendo con il Ministero per le prime deleghe nolep va avanti", ha dichiarato nelle ore successive il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana. "La legge ha un fondamento costituzionale valido con alcuni aspetti da ricalibrare sotto il profilo costituzionale. Occorre però ricordare come questa sia una legge ad adiuvandum: qualcuno infatti fa finta di dimenticare che l'art.
116 comma 3 della Costituzione, approvato con quattro voti di scarto dalla sinistra e confermato dal voto popolare del referendum, è auto applicativo quindi se una Regione vuole, può già oggi chiedere l'autonomia e si inizia la procedura", sono le parole di Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera dei Deputati.
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