Da Balsorano a Cogne, viaggio nei grandi gialli che dividono l'Italia

L'inchiesta del sito Fronte del blog: tutti i grandi delitti mediatici che hanno diviso l'Italia in innocentisti e colpevolisti, si sono conclusi con la condanna definitiva degli imputati. E tutti loro, anche a distanza di decenni, si proclamano innocenti

Da Balsorano a Cogne, viaggio nei grandi gialli che dividono l'Italia

Se c'è una cosa, oltre il calcio, che da quarant'anni e passa divide gli italiani, beh questa è la giustizia. il sito www.frontedelblog.it ha ricostruito in una maxi inchiesta tutti i processi agli assassini coinvolti nelle storie di nera che hanno diviso l'Italia, chiedendosi: queste condanne sono tutte giuste?
Scrive Manuel Montero: «C'è una singolare statistica che emerge: negli ultimi quarant'anni, tutti i grandi delitti mediatici che hanno diviso l'Italia in innocentisti e colpevolisti, si sono conclusi con la condanna definitiva degli imputati. E tutti loro, anche a distanza di decenni, si proclamano innocenti». Partiamo dall'ultima: 28 anni e sei mesi per Amanda Knox, venticinque per Raffaele Sollecito. Condannati in primo grado, assolti in appello, sentenza annullata in Cassazione, nuovo verdetto di condanna. Come andrà stavolta in Cassazione?
Frontedelblog ha deciso di ritrovare il primo caso che spaccò l'Italia: «Si deve far tornare la lancetta indietro al 20 maggio 1971. È allora che affiora dalle acque, sugli scogli di Priaruggia, a Quarto dei Mille, il corpo di Milena Sutter, 13 anni, zavorrata con una cintura da sub. È scomparsa il 6 maggio all'uscita della scuola svizzera, doveva correre a casa per una lezione privata. Ma non ci è mai arrivata. Suo padre Arturo, il "re del lucido da scarpe" e della cera Emulsio, ha ricevuto una richiesta di riscatto di 50 milioni di lire. Poi, più nulla. Nel cercare di ricostruire le ultime ore di vita di Milena, la polizia fa l'identikit di un biondino che qualcuno ha visto parcheggiare una scassata Spider rossa vicino alla scuola svizzera e sostare poco tempo prima nei pressi di casa Sutter. Non è che ne ce ne siano molte in giro. Una appartiene a certo Lorenzo Bozano, 24 anni, disoccupato, pregiudicato per truffa e soprattutto per atti di libidine violenta nei confronti di una quattordicenne: lo arrestano lo stesso 20 maggio. Gli indizi: dice di non conoscere la scuola svizzera, ma ha il numero di telefono appuntato. Ed è un esperto di immersioni: ha venduto in passato la propria attrezzatura da sub, solo che ricorda i nomi degli acquirenti di bombole, pinne, muta e maschera, ma non della cintura. Una cintura da sub come quella, pare, che zavorrava Milena. E poi, di recente, nel parlare di un altro sequestro con un amico, Bozano si sarebbe detto sicuro di sapere come organizzare un rapimento coi fiocchi: prenderebbe la vittima, e "crac", gli romperebbe il collo prima ancora di chiedere il riscatto. Gli trovano anche appunti che sembrano essere quelli presi per un sequestro. Ma prove, non ce ne sono». Eppure, nonostante l'assoluzione per insufficienza di prove in primo grado (a quel punto scapperà all'estero), verrà poi condannato in appello e Cassazione all'ergastolo.


E ancora: dal caso Carlotto a Padova (condannato e poi graziato per l'omicidio della studentessa universitaria Magherita Magello uccisa nello sgabuzzino di casa a coltellate appena uscita dalla doccia) a Francesco Ciancabilla, il pittore condannato per l'omicidio dell'amante Francesca Alinovi, 35 anni, insegnante al Dams e considerata la migliore tra i nuovi critici dell'ultima generazione, morta con 47 coltellate, uscito di prigione nel 2006 fino al mostro di Balsorano e a quello di Firenze Pietro Pacciani passando per l'omicidio Marta Russo per cui furono condannati Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro e quello a Cogne del Samuele Lorenzi a opera della mamma Annamaria Franzoni. Colpevoli o innocenti?

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