Si sta per entrare in quel mese di ottobre importante (per non dire decisivo, in un certo senso) per le sorti personali e giudiziarie di Matteo Salvini: entro trenta giorni, infatti, arriverà la sentenza di primo grado del Tribunale di Palermo sul caso Open Arms per il quale il vicepresidente del Consiglio è imputato per sequestro di persona (aggravato, perché commesso da pubblico ufficiale e in danno dei minori) e rifiuto di atti di ufficio. Dieci giorni fa la procura del capoluogo siciliano, nella sua requisitoria, ha chiesto una condanna a sei anni per il il leader della Lega, mentre venerdì 18 ottobre toccherà all'avvocato Giulia Bongiorno tenere la propria arringa difensiva prima che si riunisca il collegio dei giudici in camera di consiglio.
Lui non intende arretrare di un centimetro e già nelle scorse ore ai gazebo in suo sostegno aveva sottolineato come là a esrpimergli solidarietà ci fosse "gente di sinistra, gente che non vota Lega, firmano magistrati, firmano tantissimi cittadini stranieri che sono qua regolarmente e non vogliono essere quelli che fanno casino per Roma". Questo perché in stazione "ci sono troppi delinquenti stranieri - ha spiegato -. Noi abbiamo già i delinquenti italiani da tenerci. Sono troppi i delinquenti stranieri. Io sono orgoglioso di aver ridotto l'arrivo di delinquenti, e se venissi condannato non verrebbe condannato un ministro ma un'idea che gli italiani hanno votato, hanno sostenuto, di controllare chi entra e chi esce dal Paese e sarebbe un disastro, sarebbe un'invasione, sarebbe la fine".
Nel frattempo, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ostenta tranquillità e assicura che in caso di condanna tra un mese "continuerò a fare il mio lavoro tranquillamente". A margine di un convegno di Anci Lombardia Salvini afferma che aspetta "a settimane la sentenza del mio processo. Se sarò assolto, come mi sembrerebbe ovvio in un Paese civile, festeggerò, perché ritengo che proteggere il mio Paese e difendere i confini e contrastare gli sbarchi sia un dovere e non un reato - sottolinea il vicepremier -. Se dovessi essere condannato, per me non cambia nulla: continuerò a fare il mio lavoro tranquillamente, ma il giorno dopo a festeggiare sarebbero gli scafisti e i trafficanti, perché saremmo l'unico Paese al mondo, mentre tutta Europa chiude e controlla le frontiere, dove un ministro che ha controllato, ridotto e contrastato gli sbarchi, viene condannato", ha spiegato Salvini, che poi ha aggiunto: "Sembra di essere su Scherzi a parte, io rifarei - e se tornerò al Viminale - rifarò lo stesso".
In attesa del responso, per Salvini è arrivato il momento di proiettarsi all'imminente tradizionale raduno annuale sul pratone di Pontida che vedrà la partecipazione di tutti i dirigenti, amministratori e militanti leghisti. Per domenica 6 ottobre, nel Bergamasco, è stata annunciata la presenza del premier ungherese Viktor Orban, ma all'appuntamento ci saranno anche alcuni rappresentanti del Partito delle Libertà, che proprio ieri ha vinto le elezioni in Austria. Il segretario del Carroccio parla di un "bellissimo risultato per i nostri alleati. Stamattina qualcuno parlava di nazismo: c'è qualcuno che dorme male, che mangia pesante, perché non penso ci sia l'allarme neonazista in Francia, in Germania, in Austria e in Olanda".
Salvini ribadisce che "quando i cittadini votano bisogna rispettare il voto popolare" e se gli austriaci "hanno deciso che il primo partito fosse il Partito delle Libertà, che ha i temi della sicurezza, contrasto all'immigrazione clandestina, della difesa del lavoro e della famiglia, fra le sue priorità, vuol dire che così la pensano gli austriaci".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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