Caso La Russa, Meloni: "Solidarizzo con la ragazza, non sarei intervenuta"

Il premier alla fine del vertice Nato di Vilnius conferma la riforma della giustizia: "La separazione delle carriere non è una punizione contro i giudici". Su Delmastro: "Il giudice non dovrebbe sostituirsi al pm". E su Santanché: "L'avviso di garanzia un'anomalia"

Caso La Russa, Meloni: "Solidarizzo con la ragazza, non sarei intervenuta"
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Ucraina, riforme e soprattutto i casi giudiziari che hanno coinvolto il governo. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è presentata nella conferenza stampa che si è tenuta alla conclusione del vertice Nato a Vilnius, in Lituania, spaziando tra temi di politica estera e di interni. Il capo del governo sottolinea che sia trattato di un "vertice storico" che è riuscito a ribadire "la determinazione degli Alleati a difendere i valori e le regole il diritto internazionale senza le quali nessuno di noi sarebbe al sicuro in un mondo sempre più incerto".

La riforma della giustizia

Poi, si arriva alle questioni di politica interna, in primis quello sulla giustizia. Giorgia Meloni che possa escludere da parte dell'esecutivo uno scontro con la magistratura. Tuttavia c'è un programma di governo da applicare perché "conveniamo tutto sul fatto che in Italia la giustizia abbia bisogno di correttivi, vada resa più veloce ed efficiente". La leader di Fratelli d'Italia aggiunge poi: "Mi ha sorpreso che in queste ore alcune dichiarazioni dell'Anm si siano collegati questo obiettivi storicamente nel nostro programma sulla giustizia a uno scontro fra governo e magistratura quasi come se queste nostre posizioni avessero un sorta di intento punitivo da parte del governo alla magistratura".

Lo scontro su Delmastro

Una volta quindi smentite certe insinuazioni giunte dall'Associaziona Nazionale Magistrati, il presidente del Consiglio risponde nel merito ad alcune domanda poste dai giornalisti presenti a Vilnius. Meloni si limita "a prendere atto di quelle che mi sono sembrate delle anomalie, ma sono tre casi diversi e vanno valutati ciascuno a sé". Si parte dal caso del sottosegretario Andrea Delmastro. "La sua questione mi ha obiettivamente molto colpita, è una questione politica, riguarda un esponente del governo in esercizio del suo mandato". Il motivo risiede nel fatto che "è stata adottata una procedura coattiva nei suoi confronti, da parte di una procura non nota per fare sconti", ha spiegato la premier. "In un processo di parti e di terzietà del giudice, significa che il giudice non dovrebbe sostituirsi al pm". Proprio su questo punto "ne parlerò con il ministro Nordio, che conosce meglio la materia".

L'inchiesta sulla Santanchè

Per quanto riguarda l'inchiesta giudiziaria su Daniela Santanchè, "l'anomalia sta nel fatto che non le viene notificata l'indagine ma a un quotidiano nel giorno in cui lei è andata a riferire in aula: non è una cosa normale". In sintesi, "sul piano della procura qualcosa non funziona", ha detto ancora Meloni. "Quando la questione diventa politica perché un ministro si trova su un quotidiano un'indagine che non le è stata notificata, peraltro su un quotidiano di un imprenditore che non è in grado di fare la morale sui debiti, io segnalo che c'è un difetto di procedura". La questione del ministro del Turismo "riguarda il suo ruolo di imprenditore, non di ministro". In ogni caso "un avviso di garanzia non determina in automatico le dimissioni di un ministro".

Il caso La Russa junior

Infine, un giudizio sulla notizia riguardante il figlio del presidente del Senato, Ignazio La Russa: "Da madre comprendo la sofferenza del presidente Ignazio La Russa sulla vicenda che riguarda il figlio ma sul tema non sarei intervenuta". La leader di Fratelli d'Italia dichiara di tendere a solidarizzare "con una ragazza che decide di denunciare" di avere subito una violenza sessuale "e non mi pongo un problema di tempi". "Poi bisognerà andare nel merito e mi auguro che la politica resti fuori".

La questione migranti

"Abbiamo un domino di conseguenze che partono dall'Afghanistan e arrivano nel Sahel e nel Corno d'Africa. L'approccio deve essere diverso, ed è il motivo per cui agli occhi di molti italiani non siamo risolutivi. Ma io preferisco metterci di più ma trovare soluzioni strutturali piuttosto che fingere di trovare iniziative spot. È quello a cui sto dedicando maggiore attenzione. Si cominciano a vedere i risultati". Nella conferenza stampa al termine del vertice Nato a Vilnius, Giorgia Meloni ritorna sulle questioni relativi alla politica estera, in particolare dell'immigrazione. "Spero ci saranno nelle prossime settimane e mesi risvolti importanti, ma vedo dei segnali - ha aggiunto -.

Quando la Commissione europea nella revisione di metà mandato del bilancio pluriennale parla di un investimento che può arrivare a 15 miliardi sulla dimensione esterna, sta parlando di quello che noi abbiamo proposto".

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