Nessun atto di disumanità, ma semplicemente l'intenzione di promuovere flussi controllati ed evitare sbarchi di massa anche per dare lotta agli scafisti. È questa la linea di difesa tracciata da Matteo Piantedosi, che nelle ultime ore è stato accusato dalla sinistra di aver avuto un approccio poco umano nei confronti della tragedia dei migranti al largo delle coste calabresi. Il motivo? Ha sostenuto che le condizioni di viaggio dovrebbero avere la priorità sulla disperazione. Ma nelle sue parole non c'è crudeltà.
Piantedosi replica alla sinistra
Il ministro dell'Interno, intervistato dal Corriere della Sera, ha messo in chiaro la sua posizione e ha spiegato nel dettaglio il motivo delle sue dichiarazioni: il messaggio sostenuto è che chi scappa da una guerra "non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli" perché la via di uscita dal dramma deve essere offerta da "politiche responsabili e solidali degli Stati". Proprio per questo motivo ha criticato l'affidarsi a presunti viaggi delle speranza che in realtà hanno alla base un forte rischio di disgrazia.
Piantedosi ha dunque respinto le accuse di disumanità e ha ribadito che la volontà del governo è quella di muoversi in una direzione ben precisa: "I nostri sono fatti, e non dichiarazioni ipocrite, con cui intendiamo fare il possibile per fermare le partenze ed evitare altre tragedie". Le opposizioni chiedono che vada a riferire in Parlamento come atto di sfida, ma quella sarà l'occasione per illustrare di nuovo "una linea politica chiara che intende contrastare i flussi incontrollati e la rete dei trafficanti".
Il titolare del Viminale non ha fatto mancare una punzecchiatura e, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe, ha fatto notare che chi in questo momento si è attivato per alzare un polverone politico in passato non è stato in grado di affrontare il problema alla radice in maniera efficace: "Il resto sono vuote strumentalizzazioni di chi non è riuscito finora ad offrire reali alternative ad illusori viaggi della speranza che mettono in pericolo vite umane".
Cosa è accaduto a Crotone
Fin da subito qualcuno ha affermato che le operazioni di salvataggio si sarebbero potute attivare anche con quelle condizioni meteo avverse, denunciando ritardi nei soccorsi o addirittura mancanza di volontà di prestare aiuto. Anche su questo punto Piantedosi ha messo a tacere i detrattori: "Non c'è stato alcun ritardo. Ho presieduto la riunione a Crotone e so che sono stati fatti tutti gli sforzi possibili in condizioni del mare assolutamente proibitive".
Il ministro dell'Interno, nel ringraziare il personale che ogni giorni mette a rischio la propria vita per salvare i migranti in difficoltà sui barchini, ha annotato che in effetti è da considerarsi "estremamente offensivo anche solo adombrare che abbiano derogato agli obblighi e alla innata vocazione".
Tra l'altro dalla sinistra hanno subito colto la palla al balzo per mettere nel mirino il nuovo sistema di regole contro le navi delle Organizzazioni non governative (Ong).
Ma la realtà dei fatti è un altra: innanzitutto la nuova legge "non prevede alcun divieto di presenza sugli scenari o di interventi di recupero", e comunque si tratta di una rotta in cui le Ong "non ci sono mai state". Pertanto Piantedosi ha affermato che chi mette in connessione la tragedia con le nuove regole "dice il falso, per ignoranza o malafede".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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