Il colloquio con Macron, poi Parigi si piega. Così Meloni ha respinto l'Ong

Nessun cedimento per l'Italia nel braccio di ferro con le Ong: Ocean Viking accende i motori e punta la prua verso Marsiglia, che ha concesso il porto

Il colloquio con Macron, poi Parigi si piega. Così Meloni ha respinto l'Ong

La nave Ocean Viking nel primo pomeriggio ha puntato la prua verso la Francia. Ha da poco doppiato Portopalo di Capopassero e sta viaggiando a ridosso delle acque territoriali italiane senza mai invaderle: è diretta a Marsiglia, dopo che la Francia ha informato il capitano della nave di aver concesso il porto sul Mediterraneo. La nave della Ong si trovava al largo della Sicilia da settimane, premendo contro i confini per ottenere un port di sbarco nel nostro Paese.

"Bene così. L'aria è cambiata", ha commentato sui suoi social il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini alla notizia che la Francia aveva aperto il suo porto. Ma la decisione del Paese Transalpino non è certo arrivata volontariamente, non è stata uno slancio di umanità improvvisa da parte del Paese guidato da Emmanuel Macron. È arrivata dopo un colloquio tra Giorgia Meloni e il presidente francese in cui il presidente del Consiglio italiano non ha arretrato e ha ribadito la fermezza dell'Italia di non voler far entrare migranti a bordo delle Ong del mare.

Secondo quanto riferito all'Ansa da una fonte del ministero dell'Interno francese vicina al dossier migranti, l'Italia è "rimasta ferma sulle sue posizioni". E nulla è cambiato nelle ultime ore, quando, sempre stando alla fonte francese, "oggi pomeriggio in un ultimo contatto telefonico fra i ministri Matteo Piantedosi e Gérald Darmanin" il titolare del Viminale non ha ceduto e ha ribadito la sua posizione.

Al porto di Catania restano la Geo Barents e la Humanity 1, che sono state autorizzate provvisoriamente ad attraccare su una banchina dello scalo etneo.

La condizione era quella di permettere lo sbarco dei soggetti fragili, con conseguente uscita dalle acque territoriali italiane non appena concluse le operazioni ma nonostante le intimazioni, le navi sono ancora lì e pretendono che tutti i soggetti, non solo i fragili, sbarchino. Un altro braccio di ferro tra Italia e Ong che agiscono con prepotenza senza rispettare la legge italiana.

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