Nemmeno il tempo di festeggiare la nuova primavera del campo largo, la colazione tra dem e grillini uscita vincitrice dal voto sardo, che il dibattito sul dossier Ucraina fa tornare il fronte progressista con i piedi ben ancorati al terreno. A smascherare le divergenze tra l’ala a trazione riformista del Pd e il massimalismo tout court pentastellato è il sindaco dem Giorgio Gori. Il primo cittadino di Bergamo, giocando ma non troppo, mette a confronto le parole del leader grillino, Giuseppe Conte, con le dichiarazioni del presidente russo, Vladimir Putin. Il risultato è tanto scontato quanto preoccupante.
L’oggetto dello scontro, finito nuovamente al centro del dibattito quotidiano sia mediatico che politico, è la fornitura di armi all’Ucraina. Se il Pd, e più in generale la famiglia socialista europea, continua a difendere le posizioni di Kiev, il M5S targato Conte ha abbandonato le solite ambiguità in politica estera e ha gettato la maschera una volta per tutte. In una intervista a La Stampa, il numero uno pentastellato si è scagliato contro la linea “bellicista” del Pd e della maggioranza: “Per noi dire che bisogna perseguire la vittoria militare dell’Ucraina – ha spiegato Conte - come c’è scritto nella risoluzione Ue, e pensare di destinare 5 miliardi all’anno in armamenti a Kiev è una linea insostenibile”. Dichiarazione che in controluce nascondono un chiaro sentimento anti-occidentale e anti-atlantista. "La linea Ue che punta alla vittoria militare dell’Ucraina – ha ribadito Conte- è insostenibile".
#Putin: “Se volete veramente fermare la guerra, allora dovete fermare la fornitura di armi all’#Ucraina. Fate questo e la guerra finirà in poche settimane”. #Conte: “È chiaro che per noi dire che bisogna perseguire la vittoria militare dell’Ucraina, come c’è scritto nella…
— Giorgio Gori (@giorgio_gori) March 3, 2024
Parole che mettono i brividi, nel senso politico del termine, sia all’esecutivo di centrodestra sia alla sinistra riformista, o quello che ne rimane, del Partito democratico. Il sindaco dem, Giorgio Gori, ha preso la palla al balzo per smascherare la vicinanza, più o meno velata, tra la posizione di Conte e quella del leader russo Putin. Il primo cittadino bergamasco, intervenendo su X, ha messo all’angolo Giuseppe Conte con una mossa tanto semplice quanto vincente. Prima ha riportato le parole del numero uno della federazione russa: “Se volete veramente fermare la guerra - diceva Putin - allora dovete fermare la fornitura di armi all’Ucraina. Fate questo e la guerra finirà in poche settimane”.
Poi, a stretto giro, le parole del leader del Movimento: “È chiaro che per noi dire che bisogna perseguire la vittoria militare dell’Ucraina – scrive Conte - come c’è scritto nella risoluzione Ue, e pensare di dedicare 5 miliardi all’anno in armamenti a Kiev è una linea insostenibile”.
Il risultato? È presto detto: “Trovate le differenze – riprende la parola Gori - Non ce ne sono? Appunto”. Un gioco da enigmistica perfetto per chi, soprattutto nel Pd, continua a pensare alla bontà di un governo giallo-rosso trainato dal Movimento 5stelle firmato Conte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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