Dopo l'11 settembre 2001, Oriana Fallaci scrisse la famosa Trilogia. Era composta da prediche all'Italia, il suo amato Paese in crisi d'identità. La diffusione dell'islam radicale, dovuta all'eccessiva immigrazione, metteva in pericolo la laicità dello Stato, la tolleranza religiosa, i diritti delle donne, la democrazia. Risultati preziosi, ottenuti al costo di lotte sanguinose e secolari.
Matteo Salvini ha organizzato, il prossimo 4 novembre a Milano, una manifestazione di piazza «in nome di Oriana per difendere l'Occidente». Negli ultimi anni, la Fallaci non aveva partito politico. Detestava sia la destra, Lega inclusa, sia la sinistra. Per questo Edoardo Perazzi, nipote della Fallaci, intima ora a Salvini di rinunciare al nome della scrittrice. Oriana, però, non è «proprietà» di suo nipote. È uno dei simboli dell'Occidente e delle libertà che oggi paiono in discussione. L'Europa è entrata da tempo in una spirale di odio verso se stessa che si manifesta, ad esempio, con la cultura della cancellazione e la censura politicamente corretta.
Come è ovvio, la piazza del 4 novembre guarda a Israele che è una democrazia laica. È quindi «Occidente». Gli attentati terroristici del 7 ottobre, opera di Hamas, riportano sull'agenda l'antisemitismo, perché l'obiettivo dichiarato dagli estremisti islamici è la cancellazione degli ebrei in quanto tali. Il cordoglio per le vittime israeliane, sgozzate porta a porta, è durato un paio di giorni. Quando Israele è passato alla inevitabile risposta militare, il vento è cambiato. Nessuno sottovaluta la tragica crisi umanitaria nella striscia di Gaza, ma i palestinesi sono vittime, purtroppo, dei loro leader che li hanno trascinati in guerra e ora li usano come scudi umani.
Torniamo alla Fallaci. Nel 2002, scrisse un articolo, pubblicato da Panorama, sui cortei in Italia contro Israele. Oriana non si lasciava ingannare dalle bandiere della pace. Erano usate ipocritamente per nascondere il ritorno dell'antisemitismo. La Fallaci dichiarava di stare con Israele e con gli ebrei: «Difendo il loro diritto ad esistere, a difendersi, a non farsi sterminare una seconda volta.
E disgustata dall'antisemitismo di tanti italiani, di tanti europei, mi vergogno di questa vergogna che disonora il mio Paese e l'Europa».Per questo, se la manifestazione non avrà simboli di partito e sarà aperta a tutti, come promesso da Salvini, il nome di Oriana Fallaci non stonerà affatto.
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