!["Un futuro multiculturale". Soumahoro si batte per gli islamici di Monfalcone](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2023/01/12/AYWheJRG2byFn5uWcuQS_ANSA.jpg?_=1673516467)
Le grandi iniziative politiche dell'onorevole Soumahoro continuano. Dopo aver presentato una proposta di legge per rendere la fine del Ramadan festa nazionale in Italia, il parlamentare si è schierato ora al fianco dei musulmani di Monfalcone, tra i quali - come raccontano le recentissime cronache - non mancano i favorevoli al velo integrale. Secondo quanto comunicato da lui stesso, l'ex sindacalista dei braccianti ha infatti incontrato il prefetto di Gorizia assieme rappresentanti della comunità islamica di Monfalcone, da tempo sotto i riflettori per le difficoltà di integrazione lamentate sul territorio dalla sindaca Anna Maria Cisint.
"Dopo le polemiche dei giorni scorsi abbiamo voluto rappresentare al governo del territorio la necessità di favorire la coesione sociale, data anche la pluralità culturale e religiosa della città di Monfalcone", ha affermato Soumahoro, con riferimento alla discussa prassi adottata in un istituto scolastico del territorio per "identificare" le studentesse col velo islamico integrale prima del loro ingresso in classe. "Occorre assumersi la responsabilità di costruire un futuro aperto, rispettoso e multiculturale, dove l'ascolto, la conoscenza e il rispetto reciproco giochino un ruolo chiave", ha proseguito il deputato, dimenticando però che proprio Monfalcone è diventata purtroppo l'emblema di un'integrazione impossibile. Anche a motivo della scarsa volontà di chi in quel luogo ha trovato lavoro e sistemazione.
"Negli ultimi anni abbiamo assistito a una radicalizzazione davvero preoccupante. Sarebbe il caso di ragionare sui finti centri islamici che sono gestiti dagli imam, gli stessi che hanno detto che vogliono sostituirci", aveva denunciato in tempi non sospetti la sindaca Cisint, lanciando un allarme rimasto per troppo tempo inascoltato. Già nel 2023, la prima cittadina aveva lamentato in tv: "I bambini non italofoni che frequentano le scuole dell'infanzia e primaria, non solo non conoscono la nostra lingua ma sono anche imbevuti di una cultura rappresentata dal volto coperto delle donne e delle bambine". Sono passati due anni e la situazione non è cambiata.
Ora Soumahoro interviene sul tema, ma forse sbaglia a indirizzare i propri solleciti. A Monfalcone, infatti, le cronache raccontano che spesso sono gli italiani a ritrovarsi nella condizione minoritaria di non vedere riconosciute le abitudini o addirittura le norme previste dal Comune."Ricordo che la libertà di culto è sancita e tutelata dalla nostra Carta costituzionale. I bambini nati o cresciuti in Italia, o con background migratorio sono l'espressione più sincera di una pluralità culturale che deve essere riconosciuta e tutelata", dice il parlamentare. E poi: "Anche i loro genitori, ormai per lo più con cittadinanza italiana, vanno rispettati e va riconosciuto l'importante contributo economico che apportano a questo territorio, proprio a partire dal massiccio impiego nella costruzione di navi della Fincantieri".
Ma il
concetto di immigrazione come valore aggiunto, anche sul fronte economico, è talmente generico da risultare poco attinente a una realtà - come quella di Monfalcone - nella quale da tempo persistono le medesime problematiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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