"Vi terremo sotto torchio". Dall'estero, la mossa della finanza contro il governo

Il Financial Times si dice sicuro: "La luna di miele della Meloni è finita, aziende e investitori sono inquieti". Goldman Sachs rincara la dose: "La gente si chiede dove stia andando il Paese"

"Vi terremo sotto torchio". Dall'estero, la mossa della finanza contro il governo
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Il Financial Times decreta la fine della "luna di miele" tra il governo Meloni e lo spread vola fino a 180, ovvero la quota più alta dallo scorso giugno. Il quotidiano economico-finanziario britannico è netto nel giudizio nei confronti dell'esecutivo di centrodestra, non perdonandogli soprattutto l'imposta straordinaria sugli extraprofitti delle banche, già bocciata dalla Bce. Lo si legge nero su bianco nell'articolo pubblicato a firma Amy Kazmin dedicato alla manovra finanziaria del governo Meloni.

Le pretese delgi investitori

Ma si parla anche delle incertezze sulla legge di Bilancio, dell'attuazione del Pnrr, dell'introduzione del cap sul prezzo dei biglietti aerei. Tutti elementi che starebbero facendo intimorire gli investitori internazionali. Alla testata londinese c'è il capo economista per l'Europa meridionale presso Goldman Sachs, Filippo Taddei, che parla espressamente di una "rifocalizzazione sull'Italia": "La gente si chiede dove sta andando il Paese - sostiene l'ex responsabile dell'economia della segreteria del Partito Democratico allora scelto da Matteo Renzi -. Vogliono assicurarsi che non ci siano più sorprese politiche". "Gli investitori – continua il quotidiano economico britannico – stanno osservando attentamente per determinare se Meloni manterrà il suo impegno di disciplina fiscale (anche se l'economia italiana vacilla) o sarà tentata da una politica fiscale espansiva o da altre misure non ortodosse".

Al gotha industriale, economico e finanziario del Paese non sarebbe sfuggita l'assenza del presidente del Consiglio al Forum di Cernobbio: una decisione che avrebbe provocato, secondo il Financial Times, il malumore dei presenti a Villa d'Este. Il sottotesto dell'editoriale giornale inglese sembrerebbe abbastanza chiaro: i "poteri forti" economici sono fortemente tentati di influenzare l'andamento della Borsa, se Giorgia Meloni non righerà dritto. La prossima legge bilancio, che verrà svelata nelle prossime settimane, "porterà la sua impronta, offrendo sia agli elettori che agli investitori italiani una visione più approfondita della visione economica della sua coalizione".

Dopo Berlusconi, i mercati ci riprovano

Eppure, soltanto meno di un anno fa, la premier avrebbe "rassicurato gli investitori nervosi sulla sua capacità di effettuare la transizione dalle buffonate dell'opposizione populista a una governance responsabile", è l'attacco palesemente tutto ideologico non solo del FT ma (a quanto pare) di una buona parte del mondo dei mercati finanziari. Lorenzo Codogno, per esempio - ex funzionario del ministero delle Finanze ora a capo di un società di consulenza economica -, è l'emblema di questa reazione impetuosa del settore: "Le imprese si stanno rivoltando contro il governo. Ci sono forze all'interno della coalizione che non sono realmente in sintonia con i mercati o con gli interessi degli investitori".

Una "sentenza" che sa tanto di minaccia e il rischio serio è quello di rivivere prossimamente una situazione non dissimile a quella che l'Italia affrontò nel 2011, con quella "tempesta perfetta" finanziaria che contribuì a far cadere il governo Berlusconi. E chissà se, anche questa volta con il centrodestra al governo, qualcuno dei piani alti della finanza non vorrà fare di tutto per cancellare una maggioranza parlamentare democraticamente eletta dai cittadini.

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