"Fascisti". L'insulto disperato della Todde per prendersi la Sardegna

La candidata governatrice della Regione che andrà al voto tra sei giorni sfodera l'arma del fascismo contro l'esecutivo di centrodestra accusandolo anche di "oscurantismo" e "repressione"

"Fascisti". L'insulto disperato della Todde per prendersi la Sardegna
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A sei giorni dal voto in Sardegna, Alessandra Todde si gioca la carta della disperazione per un esponente di centrosinistra: quella dell'insulto. E, allo stesso tempo, quella del fascismo. L'ex sottosegrataria del Movimento Cinque Stelle, candidata alla presidenza della Regione per il "campo largo" di Partito Democratico e grillini, è convinta che la "resistenza" inizierà proprio dalla Sardegna in modo da potere dire che "il vento è cambiato". Todde utilizza volutamente quelle che definisce "parole grosse": "Bisogna usarle nei confronti di chi è fascista. A chi mi riferisco? Il governo nazionale non si può definire diversamente. Sono fascisti e va detto". Nel corso dell'intervista a "L'Attimo Fuggente", su Radio Giornale Radio, la deputata aggiunge che "stiamo parlando di oscurantismo, di repressione, di chi paragona i ragazzi che occupano le scuole a dei delinquenti".

Immediata è stata la replica dal campo del centrodestra nei confronti della Todde, già finita nell'occhio del ciclone delle polemiche in quanto la sua candidatura si posarebbe violata la regola ferrea dei pentastellati secondo la quale nessun parlamentare eletto può dimettersi anticipatamente dal proprio ruolo rappresentativo. Il deputato Giovanni Donzelli, di Fratelli d'Italia, ha prontamente risposto sul suo profilo X. Nel post il parlamentare di FdI ha infatti sottolineato come i grillini, spaventati dalla sconfitta, decidano di puntare sulla mossa del fascismo. "In Sardegna i grillini e sinistra non sapendo più cosa inventare e vedendo avvicinarsi la sconfitta sfoderano un'arma nuovissima: 'Sono fascisti'".

Un offesa politica che arriva dopo un campagna elettorale iniziata tre mesi fa - ovvero da quando è stata ufficializzata la sua candidatura - che Alessandra Todde sta facendo di tutto per strappare l'istituzione amministrativa al centrodestra. Domenica 25 febbraio si apriranno le urne: lei si sfiderà direttamente con Paolo Truzzu - sindaco uscente di Cagliari e candidato governatore per Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia -. Eppure non vuole dimenticare forse l'avversario più temibile, ovvero Renato Soru, già presidente di Regione che ha non ha per niente digerito la modalità della scelta del "campo largo" (ormai sempre più rimpicciolito) di puntare sull'ex viceministra e che quindi, per dispetto, si è gettato nella mischia pure lui - per il Terzo Polo - per sottrarre voti a Pd e 5 Stelle. Oggi, di lui, Todde sostiene: "I voti per Soru sono voti per Paolo Truzzu, per la destra, per la continuità di questa giunta regionale disastrosa. La legge elettorale sarda non perdona.

Soru si assumerà la responsabilità delle sue azioni. Nel 2014 disse che ogni voto per Michela Murgia era un voto tolto al centrosinistra. Quello che lui diceva allora è valido nel 2024".

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