Dopo le comiche lucane, ecco gli schiaffi piemontesi. Dentro il campo largo continua la guerra di trincea in vista delle prossime elezioni regionali. La figuraccia politica in Basilicata, dove l’accozzaglia giallo-rossa ha perso il sostegno dei centristi e ha impallinato tutti i suoi candidati migliori, ha cambiato il vento all’interno della sinistra italiana. In Piemonte, infatti, a semplificare l’eterna indecisione del Pd ci ha pensato il Movimento 5stelle: il campo largo non scende in campo, ognuno corre con il suo candidato.
Una rottura definitiva, o quasi, che assomiglia all’ultimo episodio della saga Ferragnez. Movimento pentastellato e Partito democratico, ormai separati in casa, decidono di prendere due strade diametralmente opposte per arrivare alla stessa meta: le elezioni regionali piemontesi dell’8 e 9 giugno prossimo in concomitanza con il voto europeo. E mentre dal nuovo corso Pd di Elly Schlein, seppur con grande fatica, si continua a parlare di “unità d’intenti” in chiave anti-Meloni, dai massimi esponenti grillini arrivano solo porte in faccia. L’ultima sodale di Giuseppe Conte pronta a sbarrare la strada dei massimalisti del Nazareno è Chiara Appendino, ex sindaca di Torino ora deputata e vicepresidente del Movimento fondato da Beppe Grillo.
Dietro la rottura con il Pd in Piemonte, conferma l’esponente grillina incalzata dal Corriere della Sera, “ci sono ci sono le mancate risposte a temi programmatici per noi dirimenti". E aggiunge:“La loro forzatura sulla scelta della candidata – spiega Appendino - è stato solo l’ultimo elemento che ha reso evidente l’impossibilità di presentarsi insieme”. Le accuse nei confronti di Schlein e compagni sono sempre più aspre.“Questo Piemonte è malato e il Pd non può essere la cura, non essendosi concretamente discostato da un passato in cui ha contribuito allo sfascio della sanità pubblica”, sentenzia la rappresentante grillina piemontese per eccellenza.
Le fratture, come viene spesso sottolineato da destra a sinistra, sono strettamente politiche: “Le divergenze – chiarisce Appendino – vanno dai diritti, all’ambiente, passando per il consumo di suolo. Qui il Pd a trazione Lo Russo dimostra di essere appiattito sulle posizioni della destra regionale”. Uno schiaffo a tutti i maître à penser del campo largo a tutti i costi. Un progetto che la stessa Appendino definisce “deleterio” ad alcune condizioni. “Se ci si mette insieme con un progetto serio e chiaro, come dimostra la Sardegna, si può essere competitivi”, premette il braccio destra piemontese dell’ex prmier Conte.
Poi, a stretto giro, arriva la stoccata:“Ma se si fa un cartello elettorale in cui non si è d’accordo su tante cose e si litiga prima, durante e dopo le elezioni l’effetto che si ottiene è deleterio”. Un messaggio netto che ha un destinarlo solo: la segretaria dem Elly Schlein.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.