Zavorra consumi sulla crescita

Lo scenario macro di Confcommercio

Zavorra consumi sulla crescita
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I dazi sono un problema. Ma l'economia italiana è oggi più solida che mai. E' questa la sintesi dello scenario disegnato ieri dal Centro studi di Confcommercio nel suo Forum annuale. Una medaglia che ha però dall'altro lato la crisi dei consumi, che crescono troppo poco: «L'attuale debolezza della domanda interna ha detto il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli (in foto) - è un problema per la crescita. I consumi, anche alla fine del prossimo anno, non saranno tornati ai livelli del 2007. Quindi, bisogna rimettere al centro dell'agenda di governo la riduzione delle imposte per il ceto produttivo». A frenare i consumi c'è la nostra elevata propensione al risparmio, associata nel tempo allo scarso potere d'acquisto degli stipendi, inferiore del 26,5% di quello tedesco e del 12,2% di quello francese. Colpa delle differenze nella produttività del lavoro, quasi ferma negli ultimi 30 anni. A sollevare i consumi c'è però il turismo: dal 1990 ad oggi le presenze straniere sono triplicate ed è grazie a queste spese che i consumi crescono. Ma non abbastanza.

Le stime di crescita di Confcommercio sono comunque migliori delle ultime del governo, anche se riviste al ribasso: per il 2025 e 2026 il Pil crescerà +0,8% e +0,9% (da +0,9% e +1%). Ma per Mariano Bella, direttore del Centro studi, «affrontare uno scenario negativo con 24,3 milioni di occupati o con due milioni in meno e il 10% di disoccupazione fa una bella differenza».

Un riconoscimento implicito all'azione del governo, anche per la chiusura dei molti contratti collettivi che hanno alzato i redditi reali. Merito che si estende ai conti pubblici - come testimoniato dal rialzo del rating di S&P - e arriva fino all'inflazione, considerata ormai sotto controllo. Ecco perché la burrasca fa oggi meno paura.

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