Chissà se Elly Schlein si starà mangiando le mani per un'uscita di troppo. Da quando ha giurato di voler portare avanti una strategia "testardamente unitaria", il centrosinistra non trova pace e - tra veti incrociati e personalismi - sprofonda alle elezioni e in Parlamento non è in grado di trovare un piano che sappia unire i partiti delle opposizioni. A infuocare gli animi nella travagliata coalizione sono anche Beppe Sala e Matteo Renzi, che nelle ultime ore hanno battibeccato a distanza nonostante rappresentino l'ala moderata dell'area. Una visione comune e una giornata senza polemica restano un'utopia per la galassia rossa.
Sala va all'attacco e dialoga con Calenda
Nei mesi scorsi si è parlato del sindaco di Milano come federatore del centrosinistra, ma lui stesso si è affrettato a smentire e ha negato di essersi proposto come candidato per il ruolo. E subito dopo è arrivata la stoccata nei confronti dell'ex presidente del Consiglio: "Credo che sia infederabile, nel senso che è molto difficile immaginare che si faccia federare. E comunque sarebbe una cosa che va al di là della mia umana capacità".
Tuttavia Sala - pur rivendicando di aver creduto in Renzi in passato - ha voluto precisare che non è sua intenzione cadere nella polemicuccia giornaliera, sfoderando anche in questo caso una considerazione al veleno: "Forse vuol dire fare il suo gioco ma non il mio". Come se non bastasse, ha messo sale sulla ferita aperta confermando il dialogo con Carlo Calenda e senza nascondere la "stima reciproca" che ancora oggi sta in piedi: "Continuiamo a parlarci ma in questo momento c'è molto da lavorare". Considerando i trascorsi del Terzo Polo, il fallimento del progetto e il divorzio finale, il senatore di Rignano non sarà proprio contento.
La replica stizzita di Renzi
È arrivata puntuale la risposta di Renzi che, come prevede il suo stile di comunicazione, non ha rinunciato a elencare una serie di eventi di diversi anni fa per ricordare a Sala di avergli offerto "sempre la più ampia collaborazione". Il riferimento in particolare è al Patto per Milano, alla legge sui capitali e ai fondi per le infrastrutture. Senza ovviamente dimenticare Expo, visto che gli ha rinfacciato di averlo confermato alla guida nel 2014 e di averlo scelto come candidato nel 2016.
Quanto alla politica di oggi, il leader di Italia Viva sarebe "felice" di un impegno del sindaco per costruire il centro e ha aggiunto - anche qui con un tocco sferzante - che il modo migliore per aiutare i riformisti a sposare la causa del centrosinistra "è lavorare bene a livello amministrativo e garantire la sicurezza a Milano".
Non è tardata ad arrivare neanche la stoccata finale, con Renzi che ha suggerito a Sala "di essere molto paziente e poco permaloso" se il suo disegno è quello di fare il federatore. Anche oggi l'unità dell'opposizione resta un miraggio. Con buona pace di Elly.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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