"Fascista", "Merd*". Gli insulti choc allo studente minacciato dalla presidente dell'Anpi e all'assessore Caruso

La denuncia dell'assessore Caruso (anche lei nel mirino dei leoni da tastiera) dopo i fatti di Luino: "Questa non è democrazia. Come non è democrazia zittire un ragazzo"

"Fascista", "Merd*". Gli insulti choc allo studente minacciato dalla presidente dell'Anpi e all'assessore Caruso
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"Sarà stato un fascista provocatore", "Fascista", "Brutta troia...". E non è il caso di andare avanti, il tenore degli insulti è piuttosto evidente con questi tre esempi. Nel mirino degli odiatori di professione l'assessore alla Cultura di Regione Lombardia Francesca Caruso e lo studente Samuel Balatri. Ma andiamo per gradi e torniamo ai fatti di Luino: lunedì all’Istituto “Carlo Volontè” di Luino la presidente dell'Anpi Ester De Tomasi si è rivolta verso il diciannovenne, reo di aver espresso la sua opinione, affermando di volerlo prendere a schiaffi. Una intimidazione da condannare e per la quale non sono arrivate le scuse.

L'assessore Caruso ha denunciato l'accaduto sui social e ha ricostruito, con l'aiuto dello studente, quanto accaduto con la presidente dell'Anpi. Purtroppo, come spesso accade, il post è stato preso d'assalto dai soliti leoni da tastiera: "In questi giorni ho letto commenti vergognosi rivolti a un ragazzo di 19 anni colpevole solo di avere espresso con educazione e con rispetto la propria opinione a favore delle forze dell'ordine contro paragoni francamente inaccettabili. Bastavano poche parole da parte della presidente dell'Anpi: semplicemente un 'ho sbagliato'" le parole dell'assessore Caruso in un video diffuso su Instagram.

"Mi ha preoccupato ancora di più la violenza verbale, mi preoccupano i commenti sui social dei leoni da tastiera, tutti pronti a zittire chi la pensa diversamente. Io ho le spalle larghe, sono abituata agli attacchi, ma un ragazzo giovane non può essere bersaglio di insulti solo per aver detto ciò che pensa" ha aggiunto la titolare della Cultura in Regione Lombardia, biasimando senza mezzi termini l'ondata di odio ma anche il silenzio della sinistra: "Questa non è democrazia, non è quello che dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi ai nostri studenti.

Difendere la libertà significa anche difendere chi l'esercita con rispetto, anche quando le sue idee non ci piacciono che sarei aspettata almeno una parola da parte del Pd regionale, del Pd nazionale nazionali o del Pd locale, ma evidentemente lo zittire uno studente all'interno di un'iniziativa scolastica non è regime, è giusto".

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