“Credo che non sia tanto il numero di anni piuttosto che il percorso scolastico seguito, quanto la condivisione di valori, la conoscenza della lingua e la condivisione di un progetto di futuro che deve essere in qualche modo accertato". Il ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara, a margine del Meeting di Rimini, è intervenuto così sul tema della cittadinanza che in queste settimane sta agitando la politica italiana.
Secondo il ministro, più che parla di Ius Scholae è importante potenziare il tasso di conoscenza dell’italiano tra gli studenti stranieri perché una scarsa padronanza della nostra lingua da parte dei migranti di prima generazione è causa di emarginazione. “Abbiamo scoperto che oltre il 30% dei ragazzi stranieri si disperde, cioè non prosegue nel percorso scolastico”, ha rivelato Valditara, preoccupato che tutto ciò possa generare “discriminazione”. Senza un potenziamento dell’insegnamento dell’italiano attraverso insegnanti specializzati“non facciamo vera integrazione", ha sentenziato il titolare del ministero dell’Istruzione e del Merito.
Il ministro smentisce, poi, le affermazioni fatte“da alcuni 'maitre à penser'” sui giornali d’opposizione riguardo al fatto che, in base alla legislazione attuale, gli stranieri non possano partire all’estero senza rischiare di perdere la continuità della residenza: “Beh, io queste cose – dice - proprio non le vorrei neanche leggere perché sono delle sciocchezze colossali", ha aggiunto. Ad ogni modo, il ministro è convinto che le divergenze tra Forza Italia e Lega riguardo al progetto di modifica della normativa sulla cittadinanza, lo ius scholae proposto dagli azzurri, non creeranno tensioni dentro la maggioranza di governo. Valditara è fiducioso che si troverà “un punto di sintesi” anche perché in due anni di governo “non c'è stata una volta che – ha detto - in Consiglio dei ministri abbiamo votato a maggioranza” e, nonostante le diverse posizioni, “ci siamo alla fine sempre compattati”.
Per quanto riguarda i temi più strettamente legati al suo ministero, Valditara ha chiuso ad ogni possibilità di far iniziare l’anno scolastico a ottobre e ha ribadito la sua contrarietà all’uso dei cellulari in classe“quantomeno sino alla terza media”. Ciò non significa un ritorno al passato “ma – ha precisato il ministro - un conto è il tablet, il computer, un conto è la digitalizzazione, un conto è l'intelligenza artificiale e un conto è invece il cellulare su cui i nostri figli, i nostri ragazzi stanno ancora troppo tempo". A tal proposito Valditara ha annunciato di aver investito “sulla digitalizzazione del percorso 1 miliardo e 200 milioni di euro, che sono fondi Pnrr” e 450 milioni di euro per formare i docenti all'uso dei nuovi media e delle nuove tecnologia. Il ministero ha, poi, avviato un progetto sperimentale in alcune scuole d’Italia con l'Intelligenza artificiale che “deve essere governata da docenti adeguatamente formati”. Valditara ha voluto, quindi, rassicurare sul fatto che le risorse per il mondo della scuola non mancheranno."Ho incontrato diverse volte il ministro Giorgetti prima della pausa estiva, ho trovato molta comprensione”, ha detto ricordando che l’anno scorso il governo ha stanziato tre miliardi di euro per il contratto degli insegnanti e del mondo della scuola. Un ultimo tema trattato è stato quello del rapporto con le imprese: "Libertà e lavoro sono due grandi principi cardine del nostro percorso scolastico.
Da qui parte la vera rivoluzione, concretamente con proposte approvate o in via di approvazione", ha spiegato Valditara che, durante il suo intervento al Meeting, aveva ricordato uno studio di Unioncamere in base al quale, nel 2027, ci sarà il rischio di non poter coprire il 47% dei posti di lavoro per mancanza di specializzazioni nelle scuole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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