Più ci si allontana da una disfatta, più si fatica a capirne le vere ragioni. E così, a cinque giorni dall'eliminazione dell'Italia dagli Europei, dopo averle provate tutte, ecco che si tira fuori un nuovo colpevole. Lo hanno trovato Repubblica, Avvenire e poi - in un'inesorabile cascata digitale - i social a trazione globalista. Il responsabile è la destra fascio-leghista contraria allo Ius soli. Vedi Germania, Francia, Spagna come sono multietniche! Vedi quanti giocatori di colore!
Banalità per banalità, potremmo rispondere che non si ricordano prestazioni epiche in nazionale da parte del nigeriano nato a Verona Destiny Udogie. E non citiamo apposta Balotelli, perché è adottato, ma soprattutto perché della sua avventura in azzurro ci ricordiamo solo un gol. Ma poi? L'Italia del 2021 come massimo di multietnicità aveva Jorginho, un finto brasiliano, eppure vinse l'Europeo. E non andiamo indietro all'Italia Campione del Mondo nel 2006 o a quella dell'82, dove i meno italiani erano friulani.
Comunque, no. Non contestiamo le ragioni di chi dice che il nostro calcio perde perché non ha abbastanza figli di immigrati. Forse è davvero così. Quello che contestiamo è l'infido escamotage di usare ragioni calcistiche per giustificare l'immigrazione senza riserve; sperando in tanti titolari.
Uno perché lo sport è qualcosa di troppo nobile per esser sporcato dai bassi trucchetti della politica. Due perché se lo scambio è tra un fuoriclasse di colore e centomila immigrati irregolari, gli italiani preferiscono tenersi Di Lorenzo e El Shaarawy. Che è pure mezzo egiziano.
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