Il governo guidato da Giorgia Meloni interviene per fermare l'ondata di sbarchi in Italia, la Geo Barents frigna e conclude le proprie operazioni nel Mediterraneo centrale. La nave di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere lascia dopo le oltre 12.675 persone soccorse e le 190 operazioni di salvataggio effettuate da giugno 2021. Ovviamente non poteva mancare il tono polemico verso l'esecutivo: Msf punta il dito contro "leggi assurde e insensate", riferendosi in particolare al decreto Piantedosi del gennaio 2023 e al suo recente inasprimento.
Medici senza frontiere assicura che tornerà in mare "il prima possibile" per salvare le vite e per assistere le persone in movimento in una delle rotte migratorie "più letali al mondo". Non solo: Juan Matias Gil, capomissione per la ricerca e il soccorso in mare, ha aggiunto che in questo modo si potranno testimoniare e denunciare le "violazioni commesse contro le persone migranti" dall'Italia e dagli Stati membri dell'Unione europea. Insomma, verranno scovati e smascherati tutti i cattivoni del Vecchio Continente, a partire dal nostro Paese, che si divertono a prendere di mira chi arriva sulle nostre coste.
Negli ultimi due anni Geo Barents ha dovuto fare i conti con ben 4 sanzioni da parte delle autorità italiane, per un totale di 160 giorni in cui è stata sottoposta a fermo amministrativo. Le principali lamentele riguardano la prassi di assegnare porti lontani per lo sbarco dei migranti soccorsi in mare, accusata di minare la capacità di prestare aiuto alle persone in mare e la presenza "dove è più necessario". Nel bersaglio di Msf c'è soprattutto il decreto Piantedosi, visto come un bastone tra le ruote che ha "imposto" alla Geo Barents di trascorrere metà dell'anno navigando da e verso porti lontani invece di assistere chi era in difficoltà.
In conclusione è arrivata puntuale la valanga di veleno contro le autorità italiane, a cui è stata imputata la colpa di intralciare l'operatività delle navi umanitarie. Le leggi e le politiche del nostro Paese sono state accusate di esprimere "un vero e proprio disprezzo" per le vite di chi attraversa il Mediterraneo, mentre le politiche europee di deterrenza sono state bollate come colpevoli per causare "tanta sofferenza".
Medici senza frontiere dal 2015 è presente nel Mediterraneo centrale con attività di ricerca e soccorso, lavorando su otto diverse imbarcazioni (da sola o in collaborazione con altre Organizzazioni non governative).
Nei due anni trascorsi dall'entrata in vigore del decreto Piantedosi, Msf ha intrapreso vie legali e ha presentato ricorso contro le sanzioni punitive e l'assegnazione di porti lontani; con altre Ong ha anche presentato 5 denunce individuali alla Commissione europea, invitandola a esaminare le restrizioni alla luce del diritto dell'Ue, ma finora senza ottenere successo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.