Lo stop al reddito di cittadinanza non è certamente arrivato all'improvviso, piombato dall'alto senza alcun segnale: era contenuto nel programma del centrodestra che ha vinto le elezioni e le indicazioni erano giunte già nella manovra dello scorso anno. Eppure la solita sinistra non aveva perso tempo per lanciare previsioni catastrofiste, paventando chissà quale bomba sociale che sarebbe dovuta esplodere per l'abolizione del sussidio grillino. Al di là di qualche sparuta manifestazione estiva da parte di ex percettori, la migliore risposta sulla crescita dell'occupazione arriva dai dati Istat che parlano in maniera chiarissima.
Sale l'occupazione: sinistra smentita
Nel secondo trimestre 2023 gli occupati sono aumentati rispetto al primo trimestre 2023 (+129 mila, +0,6%) a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+130 mila, +0,8%) e degli indipendenti (+23 mila, +0,5%) che ha più che compensato il calo dei dipendenti a termine (-25 mila, -0,8% in tre mesi). Allo stesso tempo diminuiscono non solo i disoccupati (-64 mila, -3,2% in tre mesi) ma anche gli inattivi di 15-64 anni (-66 mila, -0,5%). Numeri che rappresentano uno schiaffo per chi aveva parlato di guerra ai poveri. Niente di tutto ciò. Non a caso all'addio al reddito di cittadinanza è seguita la crescita dell'occupazione. Improvvisamente è tornata la voglia di lavorare, alla faccia dei gufi.
Dal suo canto Marina Elvira Calderone ha rivendicato i provvedimenti adottati dal governo, sottolineando che proprio nelle scorse settimane la disoccupazione ha toccato "la soglia minima record" di 7,3% e in parallelo l'occupazione continua a salire su base annuale. E per la sinistra c'è anche un altro fattore che mette a tacere le balle: il ministro del Lavoro, intervistato a L'Economia del Corriere della Sera Speciale Formazione & Lavoro, ha puntato l'attenzione sul fatto che "la stragrande maggioranza dei rapporti di lavoro è a tempo indeterminato". In sostanza viene così ridotta ai minimi termini l'incidenza dei rapporti a termine che il fronte rosse si diletta a definire precari.
La nuova rotta del governo
Per Calderone la crescita esponenziale è figlia di tre elementi distinti ma che insieme concorrono a un risultato del genere: la fiducia da parte del mondo produttivo, la voglia di ripresa dopo la pandemia da Coronavirus, il gradimento per l'operato dal governo guidato da Giorgia Meloni. "Chi può lavorare deve essere messo nelle condizioni di poterlo fare, senza essere distratto da modelli comportamentali sbagliati", ha affermato.
In poco tempo è stata messa in atto la procedura con cui è stato riformato il reddito di cittadinanza. Calderone ha voluto sottolineare che "funziona ed è implementata giornalmente dagli attori del mondo del lavoro che vi partecipano". Il riferimento è a Regioni, Enti di formazione, Apl, lavoratori. L'esecutivo ha riservato grande importanza alla necessità di mettere in rete tutte le banche dati esistenti in modo da farle dialogare tra di loro e - ha sostenuto il ministro del Lavoro - "i risultati sono sotto gli occhi di tutti".
"Ogni cittadino ha diritto di lavorare ma ha il dovere di dare il proprio apporto alla crescita economica del Paese. Per l'Italia non è ammissibile mantenere un sistema che garantisce un sussidio a vita a chi può lavorare", ha concluso Calderone. La nuova rotta tracciata dal governo rispetto al passato sta dando i frutti sperati: l'occupazione cresce, la disoccupazione cala.
Con buona pace di chi si era avventurato in previsioni nere, tra bomba sociale e proteste massicce degli ex beneficiari. La realtà dei fatti ha cancellato scenari di questo tipo. Tolto il reddito di cittadinanza, l'occupazione sorride.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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