Migranti ammanettati in Albania? Piantedosi smonta la sinistra: cosa è successo davvero

Polemiche sulle fascette ai polsi. Il ministro dell'Interno: "C'erano condannati per violenza sessuale. È una normalissima pratica per tutelare la sicurezza della polizia"

Migranti ammanettati in Albania? Piantedosi smonta la sinistra: cosa è successo davvero
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Riprendono i trasferimenti in Albania e la sinistra monta il suo solito teatrino, aggiungendo questa volta un'accusa del tutto nuova: il governo guidato da Giorgia Meloni è così crudele che ha fatto ammanettare i migranti. E poi vai così con il solito copione, arrivando a denunciare deportazioni e trattamenti disumani. Ma cosa c'è di vero sulla storia dei polsi legati dalle fascette? A fare chiarezza è stato Matteo Piantedosi, che ha spiegato cosa è accaduto e - fatti alla mano - ha smentito la narrazione portata avanti dalla galassia rossa.

Il ministro dell'Interno ha parlato di "una normalissima pratica" che fa parte di procedure operative adottate dagli operatori in piena autonomia: "Lo dico non per prendere le distanze, anzi le rivendico e condivido". Infatti Piantedosi ha voluto ricordare che si tratta di persone trasferite in condizioni di limitazione della libertà personale per effetto di provvedimento di autorità giudiziaria. "Non limitare la loro libertà di movimento significava esporre il personale di polizia alla possibilità di dover surrogare con l'azione diretta alle possibili azioni che queste persone potevano mettere in campo", ha osservato.

In sostanza, ha rimarcato il titolare del Viminale, senza questo approccio si sarebbe dovuto attivare un'organizzazione assai differente con conseguenze inevitabili tutt'altro che indifferenti: sarebbe stato necessario quadruplicare il numero di persone in accompagnamento e utilizzare almeno un'altra nave, affrontando così un trasferimento molto costoso. E poi la sinistra avrebbe ripreso a stonare il ritornello dello spreco di soldi ai danni degli italiani.

Ma, al di là di tutto ciò, c'è una questione di fondo: è stata fatta una valutazione in base alla pericolosità dei migranti. Non a caso, tra i motivi per cui vengono predisposte queste misure di contenimento c'è appunto quello di proteggere la sicurezza anche degli operatori di polizia, "che per quanto mi riguarda rimane sempre al primo posto". E non va ignorato un altro dato: tra le persone trasferite "ci sono 5 casi di condanna per violenza sessuale, un caso di tentato omicidio, reati contro patrimonio, furti, resistenza a pubblico ufficiale".

A fronte di questa situazione, qual è la stata la reazione della sinistra? Schierarsi dalla parte delle forze dell'ordine e condividere le cautele per la loro incolumità? No, puntare il dito contro il governo e parlare di ammanettamenti crudeli. Evidentemente il circuito rosso ha nostalgia della raffica di sbarchi sulle coste dell'Italia, ma l'esecutivo di centrodestra ha invertito la rotta.

"L'anno scorso abbiamo registrato una riduzione del 60% rispetto all'anno precedente, abbiamo ridotto il business dei trafficanti di esseri umani. E si è passati da 13mila a 23mila rimpatri fatti", ha rivendicato Piantedosi. Con buona pace delle opposizioni.

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