Sicurezza, mobilità, nuovo stadio: intervista al sindaco Beppe Sala

Le parole del sindaco di Milano allo speciale evento organizzato da ilGiornale nell'ambito del proprio cinquantenario

Sicurezza, mobilità, nuovo stadio: intervista al sindaco Beppe Sala
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Allo speciale evento del Giornale dedicato alla "grande Milano" non poteva mancare il primo cittadino della città ambrosiana. Sul palco allestito al Circolo Filologico Milanese, il sindaco Beppe Sala parla della Milano di oggi e di quella che i cittadini si aspettano di vedere domani, tra sfide vinte (come quella delle Olimpiadi invernali 2026) e criticità quotidiane legate al tema sicurezza o alla gestione di una metropoli che rappresenta il cuore dell'economia e dell'industria in Italia.

Sallusti accoglie il sindaco Sala: "Lo ringraziamo per la sua presenza, un atto non dovuto del quale faremo tesoro". E subito inizia il dialogo. "Vado verso la fine del mio mandato e inizio a fare dei bilanci. Credo di aver sempre avuto una visione ampia e internazionale, credendo che Milano potesse avere quel respiro. Ora, a conti fatti, questo indirizzo ha portato alle nostre università di svilupparsi, al turismo di raddoppiarsi, alle imprese di crescere. Nelle strade ci si accorge che a Milano c'è un mondo vario, io credo che questo sia un patrimonio che abbia portato Milano a competere come meta preferita per il turismo e per chi vuole viverci. Aspetti negativi? L'aumento dei prezzi delle case. Io devo concentrarmi più sul costo delle case che sul costo della vita, che dipende da mille altri fattori. Abbiamo la coscienza a posto sulle case? Probabilmente no. Il Comune e la Regione posseggono alloggi di edilizia popolare che vanno a persone ai limiti della povertà. Ma il problema si è spostato in su, agli studenti, alle giovani coppie, a chi non ha uno stipendio alto... Questo è un problema che riguarda anche altre città, ma io devo pensare a Milano. Cosa fare? Mettere assieme quello che già abbiamo, valorizzarlo, cercare partner privati e istutuzioni finanziarie che ci aiutino. Stiamo lavorando a un piano da 10mila appartamenti. Milano è smart ma ha anche dei problemi che non c'erano prima".

Sallusti incalza il sindaco sulle politiche green. "Questo è un tema politicamente delicato, anche a rischio di impopolarità. Di cosa discuteranno destra e sinistra alle prossime elezioni? Penso che la sicurezza non sia da campagna elettorale. Noi pensiamo che questo tema muova il consenso, ma non è così. Saranno invece due le questioni dirimenti: il tema della mobilità e dell'ambiente, poi la questione dello stadio. Ma la vera questione che divide e ti può far avere consenso o meno è proprio la mobilità".

Sallusti a bruciapelo chiede a Sala: lei farà ancora qualche campagna elettorale, magari nazionale?. "Io vorrei continuare a fare politica, sapendo che le mie caratteristiche sono tali da portare avanti un pensiero riformista, progressista, in grado anche di dialogare con il ceto produttivo del nord". Nessun sindaco di Milano è mai diventato leader nazionale? Sala: "Credo che non riuscirò a sfatare questo tabù. Il centrodestra vince perché ha un centro, se il centrosinistra non ce l'ha non può vincere... Questa è matematica. Il Paese profono è moderato. In provincia c'è ancora tanta gente con il senso del dovere, del decoro, dell'etica ma oggi viviamo nel mondo dei social e sembra che queste persone non ci siano e che esista solo lo scontro".

Ancora il sindaco: "Ci accusano di aver dato autorizzazioni troppo rapide, secondo la procura questo è inappropriato. A me dispiace che in questo momento ho più di venti, tra dirigenti e funzionari, indagati che non c'entrano niente perché hanno applicato una direzione politica. Il governo è importante che faccia una norma che chiarisca, per mettere un punto. Poi sul futuro andremo con un nuovo Pgt. Sono ottimista...". Chiede Sallusti: esiste un sistema Italia? E il primo cittadino spiega che ogni anno vanno da Milano a Roma circa 19 miliardi di euro di tasse sul reddito. "Ogni anno riceviamo indietro da Roma 500 milioni di euro. Si può dire tutto, ma è chiaro che Milano ha delle qualità che altri non hanno e che richiedono però fondi". Sallusti provoca: non è che sta diventando autonomista? "Io non ho mai detto che l'autonomia non s'ha da fare. Ma ora ha preso una piega che non mi piace: 23 materie sono troppe. Finché non capiamo cosa costa l'autonomia, abbiamo il rischio che non ci saranno soldi. Ho paura che, per una bandiera politica, impieghiamo anni di lavoro".

Domanda finale obbligata: lo stadio? "Il discorso con la Uefa per me non è una notizia. Io ho lottato per convincere le squadre a ristrutturare San Siro. Prima di andare in vacanza pensavo fosse fattibile, al rientro le squadre dicono di propendere sullo stadio nuovo. Io provo a seguirle in questo discorso, ma ora bisogna arrivare a una conclusione: bisogna decidere. Il contratto d'affitto scade il 30 giugno 2030, le squadre devono essere sicure di avere uno stadio per quella data, se intendono perseguire quella strada. La nuova proprietà dell'Inter è solida, credo sia possibile andare in questa direzione". Poi la polemica con La Russa: "Interviene spesso sull'argomento. Provi lui a parlare con le squadre allora...".

E le Olimpiadi 2026. "Siamo nei tempi.

Ora ci sono costi extra e i privati chiedono qualcosa. Io e Fontana chiediamo una legge che ci consenta di intervenire senza che la Corte dei Conti intervenga. Ma il vilaggio olimpico è in anticipo sui tempi di realizzazione, non sono preoccupato".

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