Il governo Meloni, al pari degli altri dell'Unione europea, ha scelto di sospendere momentaneamente il patto di Schengen sul confine con la Slovenia, Paese che ha fatto lo stesso con gli altri suoi confinanti, Croazia e Ungheria. Le ragioni dell'Italia sono le stesse di qualunque altro Paese che, almeno da un mese, ha deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere. Francia, Svizzera, Austria e Germania hanno effettuato la stretta nei giorni immediatamente successivi alla grande ondata di sbarchi di migranti a Lampedusa di settembre e l'Italia si è trovata blindata. Ora, con un elevato allarme terrorismo in tutta Europa, i Paesi hanno deciso di aumentati i controlli per preservare la sicurezza nazionale. Eppure, la solita ideologia dell’associazionismo di sinistra, continua a remare contro e invoca la riapertura dei confini italiani.
Il Consorzio italiano di solidarietà-Ufficio rifugiati, infatti, in una nota scrive che "tanto l'inadeguatezza delle motivazioni fornite dal governo nella decisione del ripristino dei controlli, quanto la strenua e costante difesa delle riammissioni illegali, rendono non infondato il sospetto che la decisione del ripristino dei controlli attuata dal governo italiano ben poco abbia a che fare con la difficile situazione internazionali". In sostanza, viene negato un concreto pericolo per l'Europa nonostante quanto accaduto in pochi giorni in Francia e a Bruxelles e si avanza il sospetto che tutto questo possa essere "una misura propagandistica e uno stratagemma per riproporre gravissime condotte illegali al confine italo-sloveno tramite respingimenti di richiedenti asilo che sono tassativamente vietati dal diritto internazionale ed europeo".
Secondo l'Ics, nonostante le evidenze di arrivi di terroristi in modo irregolare in Italia, il nostro Paese dev'essere l'unico in Europa che continua a lasciare sguarniti i suoi confini, permettendo a chiunque di entrare. Un'accusa grave nei confronti del governo, che sta lavorando per la sicurezza nazionale. Ma stando al consorzio "le motivazioni fornite dal governo per giustificare la decisione di ripristinare i controlli appaiono del tutto vaghe e inadeguate".
Questo perché un flusso di oltre 1500 migranti al mese sul confine friulano è "modestissimo", quindi, a loro dire, "risibile e del tutto privo di alcuna connessione logico-giuridica con i criteri richiesti dal codice Schengen per legittimare una scelta così estrema".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.