Napolitano al governo: "Trenta giorni per le riforme? Io gliene darei solo sette"

Bankitalia avverte: "I tempi degli effetti delle riforme strutturali sono incerti". E Napolitano torna a sferzare la politica

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

"Dopo il 2014 la crescita attesa è più elevata di quella indicata nel Def e delle previsioni disponibili. Essa presuppone il pieno dispiegarsi degli effetti delle riforme strutturali i cui tempi sono incerti". L'allarme, concretissimo, viene esplicitato dalla Banca d'Italia. Il governo e il parlamento sono al lavoro, ma non è certo che entro la fine della legislatura riescano a mettere a segno quelle riforme annunciate dal premier Enrico Letta. L'orologio corre veloce. Il tempo passa. E i provvedimenti necessari per rilanciare il sistema Italia sembrano arrancare sempre di più.

A Bari, dove partecipa a una tavola rotonda organizzata all’università, un cittadino ha fermato Giorgio Napolitano e lo ha apostrofato dicendo: "Gli dia trenta giorni di tempo per le riforme oppure li mandi tutti a casa". "Fosse per me gli darei sette giorni...", ha replicato il presidente della Repubblica che da settimane sta continuando a lanciare appelli alla politica invitandola a fare la propria parte nel cammino delle riforme. Giusto settimana scorsa il capo dello Stato ha avviato una serie di incontri con il governo e le forze politiche che siedono in parlamento per accelerare il dibattito sulla riforma della legge elettorale. Dibattito che ha stizzito il Movimento 5 Stelle che, dallle colonne del blog di Beppe Grillo, è tornato a chiedere l'impeachment del capo dello Stato. La pratica è stata già girata ai legali del comico genovese. Dei ripetuti attacchi dei pentastellati, però, Napolitano non vuole curarsi. "Sono venuto qui per una riflessione su Mezzogiorno e cultura, di altro non mi occupo", ha risposto seccato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai giornalisti che gli chiedevano della richiesta di impeachment avanzata dal leader dei Cinque Stelle. Durante la visita a Montecitorio, dopo il blitz di ieri a Palazzo Madama, Grillo non ha lanciato nuovi strali al Quirinale, ma non ha risparmiato frecciate a Letta e al parlamento. "Sono loro, questi signori, a creare l’instabilità.

È il governo, è Letta che va in televisione a dire balle", ha tuonato il comico genovese replicando al presidente del Consiglio. L’esecutivo, è il ragionamento di Grillo, afferma che "c’è un lumicino in fondo alla crisi, che c’è la luce in fondo al tunnel. Ma sono tutte balle".

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