Dopo i giorni dei silenzi imbarazzati e delle prime timide esternazioni, a sinistra è partito lo scaricabarile. Ciascuno si becchi il proprio scandalo: ora è il momento dei distinguo pure tra i compagni. Le scomode vicissitudini che hanno lambito l'area progressista e disintegrato il moralismo rosso sono effettivamente diventate un impaccio, un fastidio politico da scrollarsi di dosso. Così nel Pd c'è chi ha iniziato a rialzare la testa e a sostenere che il caso Soumahoro e il Qatargate non sarebbero affare dei dem. Questi ultimi non c'entravano, non sapevano. Forse erano distratti. In ogni caso, quelle spinose traversie non sono dipese da loro.
A lanciare la patata bollente verso gli altri partiti di sinistra è stato in particolare il sindaco Pd di Bergamo, Giorgio Gori. Sui social, il primo cittadino bergamasco si è lasciato andare a uno sfogo chiedendo ai dem un moto d'orgoglio rispetto alle vicende che stanno facendo vacillare la presunta "superiorità morale" dei progressisti. "Fatemi capire: Soumahoro è della ditta Bonelli&Fratoianni; Panzeri è di Art.1. Com'è che tutto finisce in conto al Pd?", ha scritto Gori sul popolare social network. E ancora: "Adesso, per cortesia, ognuno si prende le legnate che gli toccano. E il Pd tiri fuori un po' di orgoglio e di amor proprio, che cavolo". Un ragionamento formalmente corretto, ma nei fatti alquanto discutibile.
Fatemi capire: Soumahoro è della ditta Bonelli&Fratoianni; Panzeri è di Art.1. Com’è che tutto finisce in conto al Pd?
— Giorgio Gori (@giorgio_gori) December 21, 2022
Adesso, per cortesia, ognuno si prende le legnate che gli toccano.
E il Pd tiri fuori un po’ di orgoglio e di amor proprio, che cavolo.
Come può il principale partito della sinistra italiana chiamarsi fuori da situazioni che hanno scosso i comprimari della coalizione progressista? Il caso Soumahoro peraltro riguarda tematiche sulle quali il Pd si è sembre battuto, facendo la morale a quanti avevano una diversa visione del mondo. Non solo: nello stesso partito di Enrico Letta c'era chi guardava con ammirazione al deputato ivoriano (estraneo all'inchiesta, non indagato, ma politicamente chiamato a dare spiegazioni), considerandolo una sorta di "Papa straniero" al quale votarsi. Prima di voltargli le spalle, i dem ammiravano Aboubakar e forse invidiavano l'alleanza Verdi-Sinistra Italiana per averlo arruolato tra le proprie fila.
Analogamente, stupiscono i distinguo sul Qatargate. L'indagato Panzeri, infatti, era sì iscritto ad Articolo1 ma prima ancora militava nel Pd, partito che nel 2014 lo aveva ricandidato all'europarlamento nella circoscrizione del Nord-Ovest.
L'inchiesta sulla presunta corruzione, peraltro, ha travolto personalità dell'S&d, il gruppo socialdemocratico del quale il Pd fa parte in Europa. "Ognuno si prende le legnate che gli toccano", ha osservato Giorgio Gori. Ma il tentativo dem di alleviare i contraccolpi dell'attualità è una legnata sì, all'autocoscienza politica della sinistra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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