"Poi dicono che l'ho stuprata...": l'ultima di Prodi. E le prove definitive contro di lui

Per svicolare una domanda sul caso Orefici, l'ex presidente del Consiglio ha cercato di minimizzare l'accaduto con una reductio ad absurdum. Lega: "Livoroso maleducato dileggiatore di giornaliste". E c'è un video che ha smentito la ricostruzione del Professore

"Poi dicono che l'ho stuprata...": l'ultima di Prodi. E le prove definitive contro di lui
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Il video mandato in onda a Quarta Repubblica mostra che l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi ha afferrato una ciocca di capelli della giornalista Lavinia Orefici. Non le ha colpito la spalla ma con un gesto di stizza, infastidito dalla domanda sul Manifesto di Ventotene, ha fatto ciò che la giornalista già dalla giornata di sabato ha denunciato. Certo Orefici non ha subito un danno fisico, ma il fatto che non abbia detto "nemmeno ahia", come ha fatto notare qualche giornalista, non è rilevante. A essere contestato e stigmatizzato è il gesto. Nemmeno il "catcalling" è violento, eppure viene considerato come espressione di patriarcato.

Ancor più assurda è una risposta di Prodi, ieri, al termine della presentazione di un libro a Bologna. Prima che Quarta Repubblica trasmettesse il video in cui si vede la sua mano afferrare la ciocca di capelli di Orefici, l'ex presidente del Consiglio è stato avvicinato da una giornalista a margine dell'evento per chiedere un suo commento sulla polemica infuocata che lo riguarda. Ma la replica del Professore è stata, ancora una volta, spiazzante: "Figurati se parlo con una giornalista, dopo dicono che l'ho stuprata". Sarebbe voluta essere una battuta, probabilmente, ma con queste parole Prodi sta buttando in caciara un tema serio, invece di scusarsi.

Il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, a fronte delle immagini e del racconto fornito da Orefici, il cui racconto è stato messo in dubbio con conseguente attacco alla sua professionalità di giornalista, ha rilevato che i "dettagli emersi nelle ultime ore informano che Romano Prodi non è solo un livoroso maleducato dileggiatore di giornaliste, ma anche un arrogante che non sa tenere le mani a posto". Peggio di lui, ha aggiunto, "ci sono soltanto giornalisti e politici di sinistra che tacciono, ridimensionano o giustificano. Schlein non ha nulla da dire?".

Nel difendere il Professore, Gianni Cuperlo del Partito democratico ha sostenuto, sposando la tesi dello stesso Prodi, che nell'interazione con la giornalista lui "appoggia in modo paternalistico una mano sulla spalla della giornalista". Ed è stata una delle più autorevoli esponenti del femminismo italiano, Lucetta Scaraffia, a smontare questa sorta di giustificazione durante l'intervento a Quarta Repubblica: "Il paternalismo nei confronti delle donne è molto praticato ed è orribile. Prodi è un signore anziano e lei una giornalista professionista che sta facendo il suo mestiere e lui la tratta come una bambina".

La prima, pacata, critica a Prodi da sinistra arriva dall'onorevole del Pd Debora Serracchiani a L'Aria che tira, su la 7, secondo la quale "il gesto sarà stato anche inopportuno e sono convinta che Prodi sia il primo che ne sia stato dispiaciuto ma, onestamente, non si può chiedergli di avere la pazienza di Giobbe.

Mi permetto di dire: non esageriamo. Il gesto è stato inopportuno". Secondo l'esponente del Pd, Prodi ha "mosso il braccio e ha toccato la giornalista. Penso che sia stato inopportuno e che Prodi ne sia dispiaciuto".

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